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LAMEZIA TERME – Per i capi del clan Giampà le pene sono state confermate, per altri esponenti del clan le pene sono state ridotte, per altri è giunta l’assoluzione mentre il carabiniere Roberto Gidari invece è stato assolto (in primo grado era stato condannato a 6 anni) dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato a un anno (pena sospesa) solo per aver rivelato notizie su indagini a esponenti del clan Giampà con l’esclusione dell’aggravante mafiosa. Gidari finì in carcere il 28 giugno del 2012 e da alcuni mesi era ai domiciliari. Gidari (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Pagliuso) da ieri è tornato in libertà. 

Questa la sentenza d’Appello del processo “Medusa” (scaturito dalla retata antimafia di giugno 2012) contro boss, affiliati e gregari del clan Giampà (per i quali il sostituto procuratore generale di Catanzaro, Salvatore Curcio, aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado) accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsioni, usura, danneggiamento, detenzione illegale di armi e favoreggiamento. 

Al termine del processo di primo grado (maggio 2013) (LEGGI LA NOTIZIA SULLA SENTENZA) con il rito abbreviato dal gup erano state inflitte pene per complessivi 3 secoli di carcere. Accuse formulate dal pm della Dda di Catanzaro, Elio Romano (le cui richieste di pene furono accolte quasi in toto) il cui impianto accusatorio si sviluppò in gran parte sulle dichiarazioni (di ben 15 pentiti. 

In Appello le pene più pesanti sono state confermate per: Aldo Notarianni (13 anni e 8 mesi); il capostorico del clan, Francesco Giampà “il professore” (13 anni); Pasquale Giampà “mille lire” (12 anni); Vincenzo Bonaddio (11 anni e 8 mesi). In Appello sono stati condannati: Pasquale Catroppa (6 anni e 4 mesi, pentitosi recentemente); Vincenzo Giampà detto “Enzo” (7 anni 6 mesi); Aurelio Notarianni (10 anni); Giovanni Notarianni (9 anni e 4 mesi); Luigi Notarianni classe 92 (5 anni), Luigi Notarianni (classe 74) detto “gingomma” (10 anni); Luigi Notarianni, classe 92, (5 anni e 4 mesi); Domenico Giampà “buccacciallu” (8 anni); Giuseppe Catroppa (5 anni e 4 mesi); Vincenzo Arcieri (9 anni e 4 mesi); Domenico Chirico, “u batteru” (9 anni e 4 mesi); Maurizio Molinaro (8 anni); Alessandro Torcasio “u cavallu” (6 anni); Antonio Notarianni (8 anni, 10 mesi e 20 giorni);Antonio Voci (8 anni e 8 mesi); Saverio Giampà (6 anni e 4 mesi); Rosario Notarianni (8 anni); Claudio Paola “trachino” (7 anni); Vincenzo Giampà detto “camacho” (7 anni e 8 mesi); Davide Giampà (8 anni e 4 mesi). Ridotte le pene per le donne del clan: Rosa Giampà (4 anni e 8 mesi) ;Giuseppina Giampà (4 anni e 4 mesi); Pasqualina Bonaddio (4 anni e 4 mesi); Vanessa Giampà (3 anni e 4 mesi). Le altre condanne in appello hanno riguardato: Francesca Teresa Meliadò (collaboratore di giustizia) 3 anni e 2 mesi; l’ex padrino del clan Giuseppe Giampà (5 anni e 4 mesi); il pentito Umberto Egidio Muraca (assolto per un capo e condannato a un anno e 6 mesi per un altro capo d’accusa); il pentito Luca Piraina (2 anni e 8 mesi). Assolti: Nino Cerra, Francesco Angelo Paradiso, Giuseppe Cappello “cutulicchiu” e Domenico Chirico “u duru”.

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