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LAMEZIA TERME – Nuovi elementi contro la cosca Giampà, già colpita da pene pesanti, potrebbero emergere dalle dichiarazioni di Giuseppe Catroppa, 30 anni, “picciotto” del clan, gregario del boss pentito Giuseppe Giampà, che pare abbia deciso di aggiungersi al lungo elenco dei pentiti ex appartenenti al clan Giampà. Giuseppe Catroppa è già stato condannato a maggio 2013 a 9 anni e 4 mesi nell’ambito del processo scaturito dall’operazione Medusa scattata a giugno scorso quando furono arrestati 36 persone fra boss, gregari e affiliati al clan Giampà.

I verbali delle dichiarazioni confessorie di Giuseppe Catroppa (non confermata invece la presunta collaborazione del fratello Pasquale) sono stati depositati dal pm della Dda Elio Romano davanti al gup relativamente al secondo troncone del processo Perseo che si sta celebrando con il rito abbreviato e che riprenderà il prossimo 16 ottobre con le arringhe dei difensore degli oltre 40 imputati per i quali il pm ha chiesto 4 ergastoli relativamente agli omicidi e oltre tre secoli di carcere complessivi per le accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, droga, estorsioni e armi e per alcuni avvocati, assicuratori, periti, carrozzieri e un agente della polizia penitenziaria di concorso esterno in associazione mafiosa in alcuni casi finalizzata alle truffe alle assicurazioni. In questo processo il pm ha chiesto 20 anni per Giuseppe Catroppa, accusato di associazione mafiosa, estorsioni e droga.

Giuseppe Catroppa due mesi dopo l’operazione Medusa era stato raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione “Doppio colpo”(agosto 2012) per tentata estorsione aggravata. Giuseppe Catroppa sarebbe stato il mandante della richiesta estorsiva mentre il fratello di quest’ultimo, Pasquale (anch’egli condannato al processo Medusa a 10 anni e 4 mesi) insieme a Luca Piraina, 23 anni (pentito) si sarebbero occupati di andare a chiedere la mazzetta all’imprenditore D.T. di Platania, titolare di tre distributori di carburante e di un’attività di autolavaggio a Lamezia, Platania e Decollatura. Il quale avrebbe dovuto pagare 700 euro mensili per i distributori di carburante e 300 euro al mese per il lavaggio per proseguire in tranquillità le attività.

L’ex boss Giampà (pentito da settembre 2012) più volte ha parlato del ruolo di Giuseppe Catroppa. Raccontò fra l’altro che “il gruppo di fuoco di cui hanno fatto parte numerose persone era da me comandato e ne hanno fatto parte, in epoche diverse Cappello Saverio, Torcasio Angelo, Giampà Domenico detto boccaccio, Molinaro Maurizio, Aldo Notarianni, Gianluca Notarianni, Francesco Vasile, Pietro Pulice, Luca Piraina, Pasquale Catroppa, Giuseppe Catroppa, Voci Antonio, Pietro Pulice, Egido Muraca, Chirumbolo Giancarlo, Giampà Vincenzo. Anche in questo caso non escludo di dimenticare, in questa rapida elencazione sganciata dalla descrizione dei singoli episodi, qualche nome”. Giuseppe Catroppa era stato arrestato anche a luglio del 2011 ma due anni dopo (luglio 2013) il Tribunale di Catanzaro aveva assolto Giuseppe Catroppa, Antonio Voci, 48 anni e Luca Gentile, 28 anni di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “De ja vu 2” del luglio 2011 per estorsione tentata e consumata, rapina, sequestro di persona, lesioni, porto di arma da fuoco e minacce, tutto aggravato dalle modalità mafiose, ai danni di un giovane imprenditore catanzarese. Tutti e tre erano arrestati dalla Squadra.

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