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L’ha strangolata prima e poi si è accanito sul volto e sulla testa della donna che amava. E’ quanto emerso dall’autopsia sul cadavere di Adelina Bruno, barbaramente uccisa dal suo fidanzato, Daniele Gatto, reo confesso, eseguita dal medico legale Massimo Rizzo nominato dalla procura, ed alla quale ha assistito anche il medico legale Carmine Barberio su incarico affidato dalla difesa di Daniele Gatto, allo stato, ha fornito questo responso.
Gatto pertanto, l’avrebbe prima strangolata con le mani e poi avrebbe infierito sulla fidanzata accanendosi con 13 i colpi di canna di legno appuntita sul suo volto.
Alla ragazza gli è stata bucata anche la guancia destra, ed è stata colpita anche sul collo e sulla fronte, sfigurandole completamente il volto, al punto di non essere più riconoscibile. Uno di questi colpi tra l’altro avrebbe bucato il cranio della ragazza arrivando al cervello. Secondo quanto si è appreso, la vittima non avrebbe segni di violenza sul corpo, ma solo sul volto. La giovane, al momento del rinvenimento del corpo, era vestita e distesa sotto un albero di ulivo, senza le scarpe ai piedi. Probabilmente perse nei momenti concitati dell’aggressione Particolari atroci che confermerebbero l’accanimento di Daniele Gatto, costituitosi al dirigente del commissariato di Lamezia Terme, Antonio Borrelli, la mattina di lunedì dopo che per tutta la notte (la lite culminata con l’uccisione sarebbe maturata tra le 18 e le 20 di domenica sera in una zona isolata della città, via Federico Montesanti) la ragazza è rimasta senza vita sotto un albero di ulivo e nei pressi di una casa diroccata.
Al termine dell’autopsia il medico legale si è riservato di consegnare una perizia medico-legale che dovrà accertare se la ragazza sia morta per soffocamento oppure dopo i colpi inferti sulla testa con la canna di legno. Saranno gli esiti degli esami sui prelievi eseguiti a stabilire questo.
Intanto, stamattina Daniele Gatto (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Giulia Benincasa) comparità davanti al gip di Lamezia, Carlo Fontanazza, per la convalida del fermo. Provvedimento emesso dal procuratore Salvatore Vitello e dal sostituto Luigi Maffia con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti e vilipendio di cadavere. Il giovane, che si trova nel carcere di Lamezia (costantemente controllato nel timore che possa compiere gesti inconsulti anche se pare non sia pentito per ciò che ha compiuto) dalla sera di lunedì scorso dopo otto ore di interrogatorio al termine del quale ha confessato, dovrà chiarire ancora più di un aspetto della tragica vicenda. Soprattutto sui motivi che hanno scatenato la furia omicida di questo giovane disoccupato e con saltuari lavori di imbianchino. Ma oggi non sarà solo il giorno della convalida del fermo. Alle 15 infatti si svolgeranno i funerali di Adelina Bruno. Il corteo funebre partirà dall’abitazione di Savutano fino alla Cattedrale di corso Numistrano.
Intanto Rosa Andricciola, capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Lamezia Terme, dopo il delitto della giovane Adelina Bruno, uccisa dal fidanzato al culmine di una lite chiede il lutto cittadino: «Costernati per il drammatico evento delittuoso che ha brutalmente stroncato la vita di una giovane donna e sconvolto la tranquillità di una famiglia dignitosa ed onesta e di tutta la comunità cittadina, sollecitiamo il sindaco e l’Amministrazione comunale, che con la creazione del centro antiviolenza hanno inteso manifestare attenzione e sollecitudine verso ogni forma di violenza su donne e bambini, a voler dare un segnale tangibile della inappellabile condanna del feroce assassinio con la proclamazione del lutto cittadino».

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