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LAMEZIA TERME (CZ) – «Due netturbini uccisi dalla mafia sul lavoro. Due colombe innocenti che gridano ancora in volo sete di giustizia». Questa la scritta che campeggia sull’enorme striscione posto all’ingresso del Tribunale e della Procura di Lamezia Terme da Francesco Cristiano, fratello di Pasquale, il netturbino ucciso insieme al collega Francesco Tramonte il 24 maggio del 1991 a Lamezia in un agguato di tipo mafioso. Oggi ricorrono 21 anni da quel duplice omicidio, che non ha portato a nessun colpevole. Da qui la protesta di Francesco Cristiano che di buon mattino ha appeso uno striscione davanti l’ingresso del palazzo di giustizia. «Voglio che sia riaperto il caso come ci aveva promesso l’ex procuratore della Repubblica di Lamezia Salvatore Vitello – afferma Cristiano – la mia famiglia non vuole parate, chiediamo solo giustizia. Due persone innocenti morte mentre stavano lavorando». Il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli ha annunciato che incontrerà nel pomeriggio Cristiano. L’incontro è in programma nel pomeriggio nel palazzo di giustizia di Catanzaro

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