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E’ accaduto nella notte del 25 dicembre, al quartiere Capizzaglie, in via dei Bizantini dove, dopo i numerosi e ripetuti episodi dei giorni scorsi (culminati anche con l’arresto di due “picciotti” che giravano fra le vie del quartiere armati) sono stati fatti esplodere due ordigni, uno contro un luogo simbolo contro la ‘ndrangheta. Bombe e proiettili infatti non solo alle attività commerciali, circoli ricreativi e parrucchiere per uomo in pieno giorno e con clienti all’interno (ma anche ferimenti gravi di persone probabilmente innocenti). La notte di Natale è esploso prima un ordigno davanti a un deposito e un’ora dopo un’altra bomba di medio potenziale è stata fatta esplodere davanti la porta d’ingresso del centro per minori stranieri non accompagnati, da poco fondato da don Giacomo Panizza (nel riquadro), il presidente della comunità Progetto Sud assegnataria, dieci anni fa, del palazzo confiscato alla famiglia Torcasio, il clan di ‘ndrangheta. Un palazzo confiscato alla ‘ndrangheta. I minori in quel momento erano usciti, insieme all’operatore, perché impauriti dallo scoppio dell’altra bomba, circa un’ora prima dell’esplosione davanti al centro. Un altro ordigno infatti intorno alle 23 della sera di Natale ha danneggiato la saracinesca di un negozio chiuso però da diversi mesi e attualmente utilizzato a deposito sempre in via dei Bizantini.
Per fortuna non ci sono stati feriti, così come invece era accaduto l’11 dicembre scorso, quando davanti a un circolo ricreativo non molto distante dal palazzo confiscato e utilizzato per scopi sociali della comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza, un archivista del tribunale, Pasquale Saladino, veniva gambizzato con diversi colpi di pistola. Un proiettile ferì di striscio a un piede un ragazzo di 14 anni intento al videogiochi in quel momento all’interno del circolo dove, peraltro, due mesi prima gli era stata lanciata all’interno una testa di capretto.
Ieri, insieme all’associazione antiracket, per esprimere vicinanza a don Giacomo Panizza e agli ospiti del centro, il sindaco di Lamezia Gianni Speranza si è recato nel quartiere Capizzaglie sede del centro colpito dalla bomba. «Questa situazione che c’è a Lamezia e a Capizzaglie in particolare, dove avvengono attentati e bombe persino il giorno i Natale e alla luce di quello che già c’è stato: sparatorie, attentati in pieno centro ad esercizi commerciali, ci preoccupa molto. Da una parte chiediamo un’attenzione massima e dall’altra chiediamo ai cittadini di reagire e collaborare, altrimenti, in futuro, potrebbero rischiare di essere direttamente coinvolti».

Bomba contro il centro di Don Panizza. Reazioni
Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, condanna l’intimidazione nella notte fra Natale e Santo Stefano ai danni della sede della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme, nello stesso stabile in cui è presente la sede della Fish Calabria: «Quando la società civile esprime il proprio più deciso impegno, quando promuove e realizza, con i fatti, la cultura della solidarietà, quando il volontariato si trasforma in denuncia quotidiana e vivente del degrado, dell’abbandono, della violazione dei diritti umani, può anche infastidire qualcuno ed armare mani vigliacche e ‘ignote’».
«Da anni la Comunità Progetto Sud è un polo di attrazione per chi non si arrende, per chi è convinto che la tutela dei diritti umani e le concrete azioni di solidarietà possano essere oltre che una risposta alle necessità concrete, anche un’occasione di rinascita per sconfiggere il degrado e la prepotenza della ‘ndrangheta» dice la Fish. «Serve un ancor più forte e deciso sostegno di ogni cittadino che abbia a cuore la propria collettività – prosegue Barbieri – e il futuro dei propri figli. Quella calabrese è stata la prima delegazione regionale della Fish e questo ha consentito di porre nell’agenda della Federazione alcuni temi di prioritaria importanza per la Calabria e per l’intero Sud. Quindi chi ha attaccato la Comunità Progetto Sud ha attaccato anche la Fish nella sua interezza. Alla Fish Calabria e alla Comunità Progetto Sud va tutta la nostra solidarietà che sarà testimoniata da un rinnovato impegno proprio su quei temi» conclude Barbieri.
Il consigliere regionale, Antonio Scalzo: «Esprimo profonda vicinanza, condivisione ma allo stesso tempo tanta preoccupazione per lo spregevole atto che ha colpito la comunità Progetto sud gestita da don Giacomo Panizza che, tramite il centro Luna Rossa, accoglie, ospita minori disagiati e che solo per puro caso non ha causato alcuna vittima». «L’atto intimidatorio si disvela – prosegue Scalzo – in tutta la sua crudeltà perchè portato a compimento durante le festività natalizie, giorno simbolo della cristianità, ma soprattutto poichè indirizzato verso una struttura confiscata alla criminalità organizzata e destinata ad attività sociali a favore dei più deboli ai quali la comunità Progetto Sud tenta di regalare un futuro. Il gesto, da condannare con fermezza e durezza, impone alla politica scelte chiare e nette circa la volontà da parte delle istituzioni tutte di privilegiare quelle attività e quelle iniziative che con i fatti, nel quotidiano, tentano di eliminare ogni tipo di diseguaglianza economico – sociale che la società del consumismo ci sta consegnando. L’attenzione su Lamezia Terme deve restare alta e ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte affinchè vili atti intimidatori non abbiano più a ripetersi».
Il presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme, Francesco Muraca: «Sicuro di interpretare il pensiero ed i sentimenti di tutti i consiglieri, esprimo vicinanza e solidarietà a don Giacomo Panizza e agli ospiti del Centro per il vile attentato verso un luogo simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, condividendo il pensiero del Sindaco di chiedere ai cittadini di reagire e collaborare con le forze preposte all’ordine ed al controllo della nostra Comunità».
Antonio Levato, presidente di Auser Calabria: «Apprendiamo con rabbia e costernazione del vigliacco attentato a Lamezia Terme contro la comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza. Esprimiamo la più ferma e radicale condanna verso ogni atto di violenza terroristica che forze di chiara matrice ‘ndranghetista mettono in atto, allo scopo di intimidire e fermare il propagarsi della cultura della solidarietà, del dialogo e della partecipazione democratica. Ribadiamo la vicinanza alla comunità civile di Lamezia Terme che, seppure con fatica, ha intrapreso la via dell’affrancamento dal dominio violento dei gruppi mafiosi, realizzando con coraggio e tenacia esperienze di grande significato sociale e democratico. Prezioso presidio di questa nuova storia lametina è la Comunità Progetto Sud in quanto seme capace di fertilizzare il territorio di pratiche autentiche di solidarietà e dialogo sociale, uniche vere risorse per sconfiggere le mafie».
«L’Auser Calabria e le sue strutture organizzative – prosegue Levato – sono al fianco di don Giacomo Panizza, e parteciperà ad ogni iniziativa tesa a sostenere e difendere il suo impegno e il suo lavoro, convinti del valore esemplare e tangibile che hanno in quella comunità e nella società calabrese».

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