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ROMA – L’area colpita dal terremoto di magnitudo 5.1 avvenuto al largo della Calabria (LEGGI LA NOTIZIA) è stata protagonista di altri due sismi analoghi negli ultimi 40 anni e un terremoto notevolmente più forte avvenuto nel 1832. In tutti i casi, osserva il sismologo Francesco Mele, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), è entrato in azione lo stesso meccanismo, per il quale la struttura geologica chiamata Arco calabro viene schiacciata tra la pressione della crosta ionica e quella tirrenica. «Il terremoto di oggi – spiega – è avvenuto in mare, a circa 23 chilometri a Sud Est di Capo Rizzuto e a 66 chilometri di profondità. Nel 1983 un terremoto di magnitudo 5.4 aveva colpito la stessa area, circa 30 chilometri a Nord Est, e nel 1977 un terremoto di magnitudo 5.1 era avvenuto 30 chilometri a Sud Ovest». 

Andando più a ritroso nel passato, nel 1832, un terremoto di magnitudo 6.5 era avvenuto nel Crotonese. «In tutti i casi – prosegue l’esperto – ad essere colpita è la stessa fascia lungo la costa ionica della Calabria». E’ qui che la struttura chiamata Arco calabro, è schiacciata al di sopra della zona in cui la crosta ionica si piega sotto la Calabria e scende in profondità, al di sotto della crosta tirrenica, osserva Mele. «L’Arco calabro – osserva – è una zona molto complessa e studiata. Si trova infatti al confine tra due mondi molto diversi: da un lato la crosta oceanica più sottile che si trova a Nord della Sicilia e dall’altro la microplacca Adriatica che costituisce la zona più settentrionale della placca africana».
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