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REGGIO CALABRIA – Con delibera n.122 del 01/03/2012 l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio ha approvato l’elenco delle fatture emesse dai fornitori fino al 31/12/ 2008. Ma di quelle fatture, dopo tre anni nessuna è stata pagata. Sul caso l’Unione europea ha anche aperto una procedura di infrazione nel confronti dell’Italia ma ancora non se ne riesce a venire a capo. 

Evidentemente l’ex ministro della Salute Maurizio Sacconi quando nel 2008/2009 andava dicendo che la Calabria aveva “bilanci orali” e per questo andava commissariata non aveva tutti i torti. Se poi si entra nel merito dei motivi di ritardi dei pagamenti ecco le tese di Sacconi trovano anche conferma, così come evidenzia il servizio completo pubblicato sull’edizione cartacea di oggi del Quotidiano.

Da tre anni i dirigenti che si sono succeduti hanno chiesto personale amministrativo in grado di gestire tutta la partita del debito pregresso perché quelli che c’erano sono andati in pensione e i posti sono occupati da personale senza titoli. 

Anche il commissario Santo Gioffré ha fatto la stessa cosa ed è in attesa delle determinazioni del commissario per il piano di rientro Massimo Scura. Il fatto è che nell’Asp nessuno si vuole prendere la responsabilità di firmare i mandati di pagamento perché non è chiaro chi è già stato pagato con i pignoramenti presso la tesoreria tra i debitori nel periodo 2001-2007. Di certo c’è solo la cifra, 394 milioni di euro tra pignoramenti ed atti ingiuntivi ma la banca che fungeva fino al 2008 da tesoreria (Banco di Napoli) non ha lasciato l’elenco di chi è stato pagato nel momento in cui il servizio è passato a Bnl.

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