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POTENZA – Si impegnano tutti. Fanno tutti del proprio meglio, ma alla fine non si riesce a trovare mai una soluzione. Eppure stavolta i soldi ci sono. Quale allora il problema? 
Non sanno darsi una spiegazione i sindacati e gli amministrativi e i tecnici del progetto regionale “Vie Blu”. I soldi fermi, una deliberazione piuttosto chiara della Corte dei Conti – che si è espressa su sollecitazione del prefetto di Potenza, Antonio Nunziante – ma dopo due incontri con tutti gli attori coinvolti, ancora un nulla di fatto. E ora la disperazione dei lavoratori si sta trasformando in rabbia, a Potenza come a Matera. 
«Perché – dice una lavoratrice della provincia di Matera – non sappiamo davvero più cosa pensare. Se non ci fossero i soldi potremmo anche metterci l’anima in pace, ma qui i soldi ci sono. E ora i sindaci sanno anche che quei soldi non andranno a pesare sul Patto di stabilità. Cosa serve ancora per risolvere questa situazione che diventa ogni giorno più assurda?». 
Lunedì scorso un primo incontro con i rappresentanti delle Aree programma (i sindaci dei Comuni capofila), il prefetto, i sindacalisti e i rappresentanti della Regione Basilicata. Un incontro che lasciava sperare in una felice conclusione della vicenda, dal momento che i sindaci avevano avuto la rassicurazione che i fondi comunitari utilizzati per il progetto non sarebbero pesati sul Patto di Stabilità. Ma, evidentemente, non era più neppure questo il problema. I sindaci interessati, infatti, non hanno comunque voluto firmare la Convenzione con la Regione Basilicata.
Ieri mattina un secondo incontro tra i segretari generali di Fai Flai Uila (Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello) e il direttore generale della presidenza della giunta, Angelo Nardozza. Ma anche questo incontro non ha portato i frutti sperati: «Nardozza – hanno detto i sindacalisti – si è impegnato a portare la questione all’attenzione del presidente Vito De Filippo. Se la vertenza non troverà una rapida composizione i lavoratori rischiano di non maturare neanche i requisiti minimi per la disoccupazione. Dinanzi al rimpallo di responsabilità tra Provincia e Aree programma è compito della giunta regionale trovare al più presto una soluzione».
«Al massimo giovedì – conferma Nardiello – saremo sotto la Regione con i lavoratori. Noi non sappiamo più davvero cosa dire loro per giustificare questo assurdo rimpallo di responsabilità. E alla Regione la devono smettere di dire “abbiamo fatto tutto il possibile”, perché se la situazione è ancora questa significa che non è stato davvero fatto il possibile». Intanto sembra che agli unici assunti, i lavoratori dell’Area programma “Metapontino Collina materana”, la Provincia di Matera stia chiedendo di sostituire i colleghi ancora esclusi: senza i tecnici che li dirigono, infatti, gli operai nei cantieri sono fermi. E questa richiesta preoccupa ancora di più chi sta rischiando di perdere il diritto alla disoccupazione: ma a che gioco si sta giocando?
Antonella Giacummo

Si impegnano tutti. Fanno tutti del proprio meglio, ma alla fine non si riesce a trovare mai una soluzione. Eppure stavolta i soldi ci sono. Quale allora il problema? Non sanno darsi una spiegazione i sindacati e gli amministrativi e i tecnici del progetto regionale “Vie Blu”. I soldi fermi, una deliberazione piuttosto chiara della Corte dei Conti – che si è espressa su sollecitazione del prefetto di Potenza, Antonio Nunziante – ma dopo due incontri con tutti gli attori coinvolti, ancora un nulla di fatto. E ora la disperazione dei lavoratori si sta trasformando in rabbia, a Potenza come a Matera. «Perché – dice una lavoratrice della provincia di Matera – non sappiamo davvero più cosa pensare. Se non ci fossero i soldi potremmo anche metterci l’anima in pace, ma qui i soldi ci sono. E ora i sindaci sanno anche che quei soldi non andranno a pesare sul Patto di stabilità. Cosa serve ancora per risolvere questa situazione che diventa ogni giorno più assurda?». Lunedì scorso un primo incontro con i rappresentanti delle Aree programma (i sindaci dei Comuni capofila), il prefetto, i sindacalisti e i rappresentanti della Regione Basilicata. Un incontro che lasciava sperare in una felice conclusione della vicenda, dal momento che i sindaci avevano avuto la rassicurazione che i fondi comunitari utilizzati per il progetto non sarebbero pesati sul Patto di Stabilità. Ma, evidentemente, non era più neppure questo il problema. I sindaci interessati, infatti, non hanno comunque voluto firmare la Convenzione con la Regione Basilicata.Ieri mattina un secondo incontro tra i segretari generali di Fai Flai Uila (Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello) e il direttore generale della presidenza della giunta, Angelo Nardozza. Ma anche questo incontro non ha portato i frutti sperati: «Nardozza – hanno detto i sindacalisti – si è impegnato a portare la questione all’attenzione del presidente Vito De Filippo. Se la vertenza non troverà una rapida composizione i lavoratori rischiano di non maturare neanche i requisiti minimi per la disoccupazione. Dinanzi al rimpallo di responsabilità tra Provincia e Aree programma è compito della giunta regionale trovare al più presto una soluzione».«Al massimo giovedì – conferma Nardiello – saremo sotto la Regione con i lavoratori. Noi non sappiamo più davvero cosa dire loro per giustificare questo assurdo rimpallo di responsabilità. E alla Regione la devono smettere di dire “abbiamo fatto tutto il possibile”, perché se la situazione è ancora questa significa che non è stato davvero fatto il possibile». Intanto sembra che agli unici assunti, i lavoratori dell’Area programma “Metapontino Collina materana”, la Provincia di Matera stia chiedendo di sostituire i colleghi ancora esclusi: senza i tecnici che li dirigono, infatti, gli operai nei cantieri sono fermi. E questa richiesta preoccupa ancora di più chi sta rischiando di perdere il diritto alla disoccupazione: ma a che gioco si sta giocando?

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