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di VITANTONIO COVIELLO
LAVELLO – Ogni volta che parliamo delle contrade vicino a Lavello nelle quali siamo vissuti, un mio cugino, mio omonimo di qualche anno più grande, mi ricorda che da quelle parti, vicino a quel che resta del complesso monastico che ha visto celebrare messa cardinali ed un papa, fin dal 1059, e dal quale si narra sia transitato San Francesco, esisteva la fontanella dei monaci. Ho sempre pensato che fosse uno dei tanti punti naturali  come quelli dai quali attingevo acqua per i lavoratori dell’azienda agricola dei miei, semplici rigagnoli formatisi naturalmente o forando la roccia arenaria e ponendoci una cannuccia a fare da sbocco e non, chissà mai perché, una fontana vera e propria dell’antica “Labellum” (abbeveratoio), l’attuale Lavello. Tuttavia volevo vederla, sapevo che era lì, ma, come tanti angoletti dei miei ricordi, era sommersa dai rovi che, partendo da subito a monte del pozzo di Iannuzzi, arrivavano giù, nel Vallone della Foresta. L’ultima volta che l’ho cercata, qualche giorno addietro, ho trovato un sentiero appena tracciato da operai che curano il verde comunale, a partire dal pozzo…il sentiero proseguiva, non serviva solo il pozzo e dopo poche decine di metri ho sentito la musica dell’acqua gorgogliante. Troppo lontano, non poteva essere il corso d’acqua del Vallone principale. Mi chiamava,  mi invitava a scendere ancora più giù, fino a quando la musica era proprio sotto di me. Vedo l’acqua scorrere…c’è una sorgente allora! E se c’è una sorgente lì attingevano l’acqua i monaci, che occupavano una zona panoramica a due-trecento metri  di distanza! L’avevo trovata! Avevo trovato il punto che coincideva con i miei ricordi (o con i racconti che ricordavo?) Ero soddisfatto e potevo tornarmene. Ma, perché non prendersi la briga di scendere giù dalla piccola scarpata e guardare quella che sembrava una parete trasversale, in terra, della gola? La parete man mano che mi avvicino nella penombra appare più come fatta di rocce di arenaria che di terra, fino a che intravvedo conci di pietra…fessurazioni? Mentre mi avvicino ancora di più per capire meglio, resto lì immobile per lo stupore e l’incredulità. Ho davanti a me un’opera volutamente progettata e realizzata con l’ampliamento dell’originaria piccola sorgente, presumibilmente quando il complesso monastico era non più un eremo, ma sede di un considerevole numero di abitanti fissi e di pellegrini di passaggio. L’opera, ancora sostanzialmente intatta se pure colmata di terra, ha le dimensioni frontali di non meno di sei metri ed un’altezza intorno ai 5 metri, è costruita in conci pietra e mattoni e presenta un ingresso con una arco in mattoni. Probabilmente in epoca successiva la grande apertura di quella che appariva come una vera e propria camera era stata murata per creare un accumulo, lasciando solo un varco per attingere acqua. Il luogo nel quale sorge la costruzione è incantevole, così come incantevole è l’altopiano di fronte, che si spinge fino a Lavello dal quale dista intorno ai tre chilometri in linea d’aria. C’è qualcuno che abbia voglia, tempo e soprattutto capacità, di creare dei percorsi turistici all’interno dell’area, che va ovviamente ed  assolutamente preservata? Percorsi da fare esclusivamente con guide per evitare qui quello che succede in genere in posti molto visitati, e cioè il rapido degrado anche a causa dei rifiuti lasciati sul posto?  C’è qualcuno, qualche “decisore” capace di intravvedere le enormi potenzialità turistiche ed occupazionali  che deriverebbero per esempio dalla creazione di eventi legati alla storia di Corrado IV che quei luoghi frequentò trovandovi la morte?  Possiamo ipotizzare delle visite a pagamento delle bellissime masserie, delle aree archeologiche, delle bellezze della zona  e destinare il ricavato alla manutenzione dei luoghi, a partire del restauro di almeno una delle chiesette del luogo, oltre che della fontana dei monaci? Ma soprattutto, c’è qualche decisore lungimirante che oggi pensi almeno a preservare tutti quei luoghi sottraendoli alle famelici fauci di presunti “benefattori” locali e forestieri?

LAVELLO – Ogni volta che parliamo delle contrade vicino a Lavello nelle quali siamo vissuti, un mio cugino, mio omonimo di qualche anno più grande, mi ricorda che da quelle parti, vicino a quel che resta del complesso monastico che ha visto celebrare messa cardinali ed un papa, fin dal 1059, e dal quale si narra sia transitato San Francesco, esisteva la fontanella dei monaci. 

 

Ho sempre pensato che fosse uno dei tanti punti naturali  come quelli dai quali attingevo acqua per i lavoratori dell’azienda agricola dei miei, semplici rigagnoli formatisi naturalmente o forando la roccia arenaria e ponendoci una cannuccia a fare da sbocco e non, chissà mai perché, una fontana vera e propria dell’antica “Labellum” (abbeveratoio), l’attuale Lavello. Tuttavia volevo vederla, sapevo che era lì, ma, come tanti angoletti dei miei ricordi, era sommersa dai rovi che, partendo da subito a monte del pozzo di Iannuzzi, arrivavano giù, nel Vallone della Foresta. 

L’ultima volta che l’ho cercata, qualche giorno addietro, ho trovato un sentiero appena tracciato da operai che curano il verde comunale, a partire dal pozzo…il sentiero proseguiva, non serviva solo il pozzo e dopo poche decine di metri ho sentito la musica dell’acqua gorgogliante. Troppo lontano, non poteva essere il corso d’acqua del Vallone principale. Mi chiamava,  mi invitava a scendere ancora più giù, fino a quando la musica era proprio sotto di me. 

Vedo l’acqua scorrere…c’è una sorgente allora! E se c’è una sorgente lì attingevano l’acqua i monaci, che occupavano una zona panoramica a due-trecento metri  di distanza! L’avevo trovata! Avevo trovato il punto che coincideva con i miei ricordi (o con i racconti che ricordavo?) Ero soddisfatto e potevo tornarmene. Ma, perché non prendersi la briga di scendere giù dalla piccola scarpata e guardare quella che sembrava una parete trasversale, in terra, della gola? 

La parete man mano che mi avvicino nella penombra appare più come fatta di rocce di arenaria che di terra, fino a che intravvedo conci di pietra…fessurazioni? Mentre mi avvicino ancora di più per capire meglio, resto lì immobile per lo stupore e l’incredulità. Ho davanti a me un’opera volutamente progettata e realizzata con l’ampliamento dell’originaria piccola sorgente, presumibilmente quando il complesso monastico era non più un eremo, ma sede di un considerevole numero di abitanti fissi e di pellegrini di passaggio. 

L’opera, ancora sostanzialmente intatta se pure colmata di terra, ha le dimensioni frontali di non meno di sei metri ed un’altezza intorno ai 5 metri, è costruita in conci pietra e mattoni e presenta un ingresso con una arco in mattoni. Probabilmente in epoca successiva la grande apertura di quella che appariva come una vera e propria camera era stata murata per creare un accumulo, lasciando solo un varco per attingere acqua. Il luogo nel quale sorge la costruzione è incantevole, così come incantevole è l’altopiano di fronte, che si spinge fino a Lavello dal quale dista intorno ai tre chilometri in linea d’aria. 

C’è qualcuno che abbia voglia, tempo e soprattutto capacità, di creare dei percorsi turistici all’interno dell’area, che va ovviamente ed  assolutamente preservata? Percorsi da fare esclusivamente con guide per evitare qui quello che succede in genere in posti molto visitati, e cioè il rapido degrado anche a causa dei rifiuti lasciati sul posto?  C’è qualcuno, qualche “decisore” capace di intravvedere le enormi potenzialità turistiche ed occupazionali  che deriverebbero per esempio dalla creazione di eventi legati alla storia di Corrado IV che quei luoghi frequentò trovandovi la morte?  

Possiamo ipotizzare delle visite a pagamento delle bellissime masserie, delle aree archeologiche, delle bellezze della zona  e destinare il ricavato alla manutenzione dei luoghi, a partire del restauro di almeno una delle chiesette del luogo, oltre che della fontana dei monaci? Ma soprattutto, c’è qualche decisore lungimirante che oggi pensi almeno a preservare tutti quei luoghi sottraendoli alle famelici fauci di presunti “benefattori” locali e forestieri?

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