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POTENZA – Continuare a lavorare senza percepire un soldo per il bene della città. È la proposta – provocazione degli ex dipendenti Facility addetti alla sorveglianza.

Da quando il Comune ha dimezzato il costo del servizio, comportando il loro licenziamento ed eliminandolo totalmente dall’appalto delle pulizie degli immobili comunali, «la città – dicono – è completamente abbandonata».
Sia gli impianti sportivi che la villa di Santa Maria, bagni compresi, sono privi di sorveglianza, così come i bagni di Montereale per esempio.

Chiunque può entrare e uscire liberamente. Nel caso delle palestre ciò significa che le luci esterne rimangono accese anche dopo la chiusura e che è impossibile aprire le porte di emergenza, chiuse a chiave, come successo alla Caizzo.
La villa di Santa Maria, aperta h24, ha i bagni del tutto imbrattati e ormai, raccontano, rifugio d’amore per coppiette nella migliore delle ipotesi.

«Un degrado», denunciano i lavoratori che per questo motivo chiedono al sindaco di poter continuare a svolgere la propria attività pur senza percepire alcun salario «basta che si mette fine a questo scempio».

Si tratta di lavoratori che, pure tra le varie aziende che si sono susseguite, esplicano il servizio per il Comune addirittura dal 1984 «e mai – raccontano – si era scesi a questi livelli, nonostante la crisi».

Domani si terrà l’ennesimo incontro con De Luca, per avere certezze definitive rispetto alla loro richiesta di rescindere il contratto Facility, affidataria dallo scorso anno per conto del Gruppo Romeo, vincitore della gara Consip.

I motivi della richiesta riguardano da un lato i licenziamenti, dall’altro tutta una serie di presunte irregolarità che i lavoratori denunciano da tempo agli organi di stampa, da un mese oggetto anche di una denuncia personale di una ventina di loro alla Procura della Repubblica nei riguardi dell’azienda e dell’allora amministrazione Santarsiero, con cui avvenne il passaggio dalla ditta Ariete a Facility.

Per i lavoratori sono troppe le cose su cui bisogna far luce, su parte delle quali un’indagine giudiziaria è già in corso. A cominciare dal maggiore costo del servizio tramite gara Consip rispetto all’affidamento con bando di gara, mai realizzato. L’ulteriore passaggio di spesa da 2 milioni e 300 mila a 2 milioni e 900 mila con l’entrata di Facility e il mancato mantenimento, in questo passaggio, dei contratti di invalidità e di inquadramento, denunciando immotivati declassamenti professionali e il cambio di mansioni, senza contare il tipo di contratto da metalmeccanici. Ancora, l’inserimento della vigilanza nonostante non fosse previsto nella gara Consip e l’improvvisa sostituzione della stessa nel capitolato di spesa – e qui siamo già ai tagli dell’amministrazione De Luca – con la piccola manutenzione.

«Sarebbe utile sapere – chiedono gli ex dipendenti addetti alla sorveglianza – a oggi quali manutenzioni sono state apportate agli impianti sportivi». Impianti che, tra l’altro, dovranno essere autogestiti dalle società già in affanno e quindi senza le condizioni di poter garantire la vigilanza.

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