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POTENZA – Una situazione che si fa ogni giorno più esplosiva dal punto di vista sociale. Perchè, dopo la smobilitazione di alcune delle fabbriche dell’hinterland, ora sta per essere toccato anche il sistema dei servizi, quello che regge in maniera preponderante la città.
Il dissesto metterà in crisi i trasporti – ovviamente ci saranno conseguenze sul piano dell’occupazione, è inevitabile – e oggi tornano prepotentemente in scena vecchie vertenze mai affrontante e risolte in maniera decisiva.
E’ il caso dei lavoratori della Casa della divina provvidenza “Don Uva”, per esempio.
Ieri mattina in regione si è tenuto un incontro tra il commissario straordinario e il direttore generale della giunta in cui si è deciso di indire una riunione per giovedì prossimo con le organizzazioni sindacali, per discutere il problema della turnazione. Secondo la Usb, infatti, le decisioni «non garantirebbero un’adeguata copertura assistenziale anzi, ne andrebbe a peggiorare la qualità in quanto in alcuni reparti di degenza nel turno di notte è prevista la presenza di una sola unità lavorativa. Il personale d’assistenza andrebbe a rinunciare (ancora una volta) a una cospicua somma di denaro dovuta alla riduzione del numero di notti mensili e quindi di indennità notturna rammentando che ha già pagato sulle proprie spalle il caro prezzo della solidarietà».
«Dalla risposta del commissario del 24 gennaio scorso – continua Rosalba Guglielmi, coordinatrice regionale Usb Basilicata – sembrerebbe che il rifiuto della nuova turnazione sia quasi il “piccio” di qualcuno e non il frutto di un aggravio di lavoro non indifferente, ad esempio per i padiglioni accorpati (M1\M2), una turnazione che dovrà fare i conti giornalmente con l’utilizzo di personale in riposo o in “banca ore”, flessibilizzando ancor più la vita dei lavoratori senza parlare del danno economico. Chiediamo a tutti i lavoratori del Don Uva di far sentire la propria voce in modo che nessuno si culli pensando che le scelte siano già state fatte».
Non va molto meglio sul fronte “La Ronda”, dove sempre più preoccupati sono i circa 400 lavoratori.
Ieri si è tenuto in Prefettura un nuovo incontro per un aggiornamento del tema legato alla salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori alle dipendenze dell’istituto di vigilanza.
All’incontro hanno partecipato l’amministratore giudiziario dell’istituto di vigilanza “La Ronda”, Alberto Di Bisceglie, il direttore generale della presidenza della Giunta della Regione, Vito Marsico, La Regina, in rappresentanza della Direzione Territoriale del Lavoro, una delegazione sindacale composta dai rappresentanti regionali di Cgil, Cisl e Uil e della Fisascat -Cisl, Filcams-Cgil e Uiltcucs –Uil, i rappresentanti degli istituti di vigilanza Cosmopol e I.V.R.I., attualmente affidatari temporanei dei servizi di trasporto e scorta valori, già svolti dall’istituto La Ronda, rispettivamente nelle province di Potenza e di Matera.
Il rappresentante della Regione, ha confermato la massima attenzione della Giunta e ha comunicato che, non appena approvata e pubblicata la legge di Bilancio, saranno corrisposte le mensilità di dicembre 2014 e gennaio 2015, che l’istituto La Ronda vanta nei confronti della Regione.
I rappresentanti dei due istituti di vigilanza, Cosmopol e I.V.R.I. si sono impegnati a definire, nell’incontro convocato dalla Direzione Territoriale del Lavoro il prossimo 29 gennaio, la propria posizione in ordine alla salvaguardia dei livelli occupazionali dell’istituto La Ronda.
Di Bisceglie ha reso noto che la situazione economica e patrimoniale dell’Istituto La Ronda sarà oggetto di ulteriore incontro a breve con le organizzazioni sindacali, per valutare le possibili soluzioni per la continuazione dell’attività aziendale.
Nel frattempo, nonostante le rassicurazioni, i timori crescono. E per tanti altri lavoratori (e per le loro famiglie) anche quest’anno ha tinte piuttosto fosche.

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