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LAMEZIA TERME – C’era anche l’avvocatessa lametina, Tiziana D’Agosto, in carcere per concorso esterno all’associazione mafiosa dei Giampà nell’ambito dell’operazione “Perseo” del 26 luglio scorso, alla “cena bianca” svoltasi il 22 agosto scorso nel carcere femminile di Lecce dove la nota penalista lametina (attualmente sospesa dal consiglio dell’ordine insieme ad altri due avvocati arrestati e luglio) si trova detenuta appunto dal 26 luglio scorso. E’ una Tiziana D’Agosto sorridente (e sembra con qualche chilo in più) quella che si vede nelle foto contenute nella galleria fotografica della serata pubblicate sulla pagina facebook del sito “ostuninews” che ha appunto dedicato un servizio alla particolare iniziativa. In alcune foto infatti si nota che l’avvocatessa lametina sta affrontando l’attuale momento di detenzione in carcere con spirito positivo. Sia al tavolo rigorosamente tutto di bianco con le altre detenute che anche in altri momenti (fra cui la foto che la ritrae con il microfono) la penalista si vede sempre sorridente. In un’altra immagine Tiziana D’Agosto si nota anche quando abbraccia un’altra detenuta. 

L’iniziativa, organizzata dall’associazione “Salviamo il Bianco” di Ostuni (Lecce) e denominata “etica ed estetica in una serata d’estate”, svoltasi appunto nel carcere femminile di Lecce, alla presenza di tutte le donne detenute, tra le quali anche quelle che lavorano presso la cooperativa sociale “Made in Carcere”, guidata da Luciana Delle Donne, è stato “un evento mai fatto prima – si legge in una nota dell’associazione pubblicata su “ostuninews” – che ha rappresentato per tutti i partecipanti un grande momento di emozione e di riflessione con donne che hanno sbagliato e che stanno pagando i loro errori ma pur sempre donne. Con donne che non cenavano da anni sedute ad un tavolo, chiacchierando con altra gente. Con donne che rivendicano il diritto di voler costruire un futuro migliore quando saranno fuori dal carcere. È stato un momento in cui – prosegue la nota – si è ricongiunto il dentro con il fuori, il “pregiudicato” con il “comune cittadino”, superando quella barriera di pregiudizi e ostacoli che segna una condanna a vita per tutti coloro i quali, una volta “fuori” dal carcere, non riescono ad entrare “dentro” una società diffidente e ostile anche nei confronti di chi, con umiltà e sacrificio, chiede la possibilità di una “seconda opportunità”. Il carattere “eccezionale” dell’evento segna, in realtà, l’arretratezza culturale del nostro paese che si sorprende quando avvengono iniziative che dovrebbero rappresentare la “normalità”. Per questi motivi l’associazione “Salviamo il bianco” oggi può celebrare un momento fondamentale: dopo essere nata per tutelare il Bianco, primo elemento di attrazione turistica della città di Ostuni, si ritrova, grazie ai fondi raccolti con il materiale realizzato in carcere, a promuovere il valore della dignità delle donne detenute e del loro lavoro quotidiano”.
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