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POLICORO – L’ufficiale giudiziario ieri mattina ha notificato l’immissione in possesso dell’azienda agricola Ergastolo/Conte. Pertanto il nuovo proprietario, la famiglia Grieco, un confinante, da ieri ha preso possesso dei 5 ettari e della palazzina diroccata di parte dell’azienda tra Policoro e Tursi, precisamente in quest’ultimo Comune alla fine di viale Matera in Policoro il cui confine è segnato da due pilastri. Già dalle prime luci dell’alba le forze dell’ordine, Polizia di Stato e Carabinieri, presidiavano la zona dopo le manifestazioni che si sono succedute dal mese di marzo in poi. Così la vertenza sindacale si chiude definitivamente, salvo colpi di scesa. I manifestanti privi del loro leader, Gianni Fabbris, che nei giorni scorsi è stato colpito da un provvedimento obbligo di dimora    a Policoro, non hanno potuto far altro che prendere atto della chiusura di questa vicenda. Tuttavia  ieri mattina proprio all’altezza delle due colonne,  il presidente nazionale di Altragricoltura, Tano Malannino, Don Basilio Gavazzeni in rappresenta delle vittime dell’usura e del racket, l’onorevole  di Sel, Placido, Angelo Festa, il già onorevole  Rubino, Chicca D’Alessandro di Libera, tutti in nome del Tavolo Verde agricolo,  hanno puntato l’indice sulle procedure relative alle aste di tante aziende agricole strozzate da un lato dalla crisi economica e dall’altro, a loro dire, da usurai senza scrupoli pronti come avvoltoi ad acquistare beni di agricoltori. E proprio a tal proposito nelle prossime settimane a Taranto saranno presentate delle proposte di legge proprio per renderle più trasparenti e fare in modo che il giudice dell’esecuzione possa monitorare la provenienza del denaro. Infatti secondo gli stessi molto spesso dietro le aste giudiziarie si nascondono dei prestanome che Don Basilio ha definito lupi, pronti a speculare sulla pelle della gente che per anni ha lavorato terreni e poderi. Naturalmente tutti hanno portato la solidarietà al grande assente giustificato, Gianni Fabbris,  che la magistratura  ha sottratto alle sue prerogative sindacali in quantonelle stesse ore era  stato convocato dal Gip competente per l’interrogatorio di garanzia, definito ingiusto dai pacifici manifestanti. A differenza delle altre volte, l’ufficiale giudiziario è entrato nell’azienda zootecnica da una strada interpoderale privata, proprio per evitare i manifestanti e l’ennesimo possibile rinvio, con lo spiegamento delle forze dell’ordine che ha impedito l’accesso a tutti di verificare la procedura. E non è stato consentito nemmeno a Malannino di consegnare le chiavi dell’azienda ai nuovi proprietari; così come l’ufficiale giudiziario avrebbe rifiutato, per essere ligio al dovere, anche una comunicazione che il parlamentare Placido voleva consegnargli del Tribunale di Matera contenente la convocazione, il 4  settembre, di un tavolo concertativo sulla possibilità di una trattativa che andasse incontro sia agli interessi dei vecchi proprietari che dei nuovi. L’ufficiale giudiziario una volta entrato in azienda, il cui ingresso era chiuso da un catenaccio, ha provveduto a compilare il verbale di immissione in possesso facendo una sorta di inventario dei beni, terreni e palazzina, passati di mano alla famiglia Grieco.

I manifestanti hanno definito il blocco di accesso a tutti: immorale, incivile e antidemocratico. Ricordiamo che parte dell’azienda e non tutta è stata acquistata per circa 85 mila euro più spese burocratiche varie, secondo le cifre che i nuovi proprietari ci hanno fornito. Tra i motivi che li avrebbero spinti all’acquisto, i  Grieco avevano spiegato  precedentemente: «I  cattivi rapporti di vicinato che sono durati per circa 20 anni e i continui soprusi subiti».

provinciamt@luedi.it

 

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