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Quando sono in Basilicata ed ho tempo libero mi piace camminare lungo i fiumi e per montagne e calanchi. E’ un modo per stare meglio, per scoprire le bellezze della nostra terra e per sentirmi sentinella del territorio che amo. Il 12 maggio volevo andare in Val d’Agri, nel luogo dove il torrente Sciaura confluisce nell’Agri. E’ un posto straordinario a due passi dal prestigioso sito archeologico dell¹antica Grumentum. In un paesaggio mozzafiato per la bellezza, lungo il torrente Sciaura, ho trovato molte carpe che mi sono sembrate agonizzanti tanto che le toccavi con la mano e quasi non si muovevano. Molte altre le ho trovate morte lungo la riva.
Stessa cosa ho visto subito dopo lungo l’Agri. Ho filmato tutto ed ho chiamato Peppino Di Bello, il tenente della Polizia Provinciale di Potenza, con l’obiettivo di far analizzare i pesci e le acque, e quindi gli ho chiesto l’indirizzo di un buon laboratorio di analisi indipendente. Parlando nel contempo con alcuni amici dell’Ispra di Roma, massima autorità nel settore, mi è stato riferito che questo è il periodo dell’accoppiamento delle carpe e che cercano fondali molto bassi pertanto, spesso, le medesime carpe muoiono rimanendo imprigionate in mezzo alla vegetazione, sulla terra ferma, a riva. Mi hanno detto inoltre che la carpa è un pesce duro a morire per contaminazione² e che, pertanto, se si trovano carpe morte per inquinamento delle acque, si devono trovare necessariamente anche trote e rane morte. Ma di trote e rane morte non ne ho viste. Ho tenuto le foto e il video in gran segreto in attesa delle analisi.
L’amico Di Bello si è recato sul posto il giorno dopo ed ha visto e
fotografato la stessa scena ed ha prelevato alcuni campioni per analizzarli
in laboratorio le cui spese, come da accordi, saranno divise tra noi. Ora,
se mi permettete, e nell’assoluto rispetto della libertà di ognuno, e
nell’assoluta amicizia per il tenente Di Bello, ritengo che sia stato un
errore divulgare la notizia e le immagini. Dobbiamo imparare a comunicare
quando siamo sicuri della “causa di un effetto” altrimenti si rischia di
allarmare inutilmente, di prestarci a strumentalizzazioni politiche e,
soprattutto, di rendere non credibile il lavoro ventennale di tanti lucani
sensibili all’ambiente. Per rifarmi ad un’antica favola: “non si deve
gridare sempre “al lupo, al lupo” altrimenti poi, quando il lupo arriva sul
serio, nessuno ti crede più e il gregge viene sbranato. Sarebbe stato meglio
aspettare i risultati delle analisi per poi informare nel dettaglio sulle
reali cause della moria di carpe lungo lo Sciaura, l’Agri e nella Diga del
Pertusillo dove entrambi sfociano. Nell’attesa delle analisi, pronto a
versare la mia parte di contributo, con l’augurio che le carpe siano “morte
per amore” come spesso succede nei nostri fiumi e nei nostri laghi, e non
per contaminazione da idrocarburi, saluto tutti con affetto.

Ulderico Pesce

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