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Il battito di mani e il coro della folla per accompagnare l’inno di Mameli ha celebrato a Matera la 69ma Festa della Repubblica che in queste ore coincide con la seconda parte della campagna elettorale verso il ballottaggio del 14 giugno.
E’ il lavoro il tema che il sindaco uscente Salvatore Adduce richiama durante il suo intervento: «I nuovi saperi devono produrre ricchezza e posti di lavoro. Più investimenti per lo sviluppo e meno pastoie come il patto di stabilità che bloccano l’amministrazione pubblica. Anche così si ricorda l’anniversario della nascita della Repubblica».
Significativo uno dei passaggi del discorso del capo dello Stato, letto dal Prefetto Antonella Bellomo che richiama ai valori fondanti della democrazia: «Le liti esasperate, le discussioni, la dialettica anche acuta contribuiscono con altri fattori a creare sfiducia e allontanano i cittadini».
«Questa giornata – ha sottolineato il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo – non può passare solo con i riti commemorativi. Serve un serio approfondimento sul significato di una ricorrenza che riscopre valori sopiti».
Al senso dello Stato ha fatto ancora riferimento De Giacomo richiamando i pessimi esempi di cittadini ed esponenti delle istituzioni, ma sottolineando al tempo stesso l’associazionismo, il mondo della scuola, del lavoro, della cultura. «Tutti interpreti al meglio dell’essere cittadini dell’Italia libera e democratica a cui si è giunti col sacrificio di tanti».
Al percorso che condusse alla Repubblica ha fatto poi riferimento il sindaco Salvatore Adduce: «Avvenne qualcosa di assolutamente nuovo nella storia del nostro Paese. Gli italiani furono chiamati a scegliere la forma della Stato e al tempo stesso a eleggere i componenti dell’assemblea costituente che doveva redigere la nuova Carta costituzionale. Da allora sono trascorsi solo 69 anni ma fu la prima consultazione elettorale a suffragio universale – ha aggiunto nel suo discorso che ha coinciso con il clima di queste ore in città – Gli italiani compirono una grande scelta politica in un contesto dialettico molto forte e non fu un esito scontato.
Per la prima volta l’Italia visse il suo primo dibattito democratico. Col voto del 2 e 3 giugno nasceva la Naziona e cominciava il cammino della ricostruzione. Gli italiani potevano esprimere la loro opinione liberamente – ha proseguito Adduce a poche ore dalla chiusura dei seggi per le comunali – Per la prima volta si votava senza essere visti. La festa di oggi, per questo è importante perchè celebra la democrazia. Bisogna coltivare la memoria, senza smarrire gli elementi fondanti della nostra Nazione. In 69 anni abbiamo fatto nuove conquiste che dobbiamo sapere mettere a frutto».

a.ciervo@luedi.it

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