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REGGIO CALABRIA – Un blitz della Polizia e dell’Fbi è stato portato a termine nei confronti di presunti appartenenti alla ‘ndrangheta operanti in Calabria e negli Usa, ritenuti appartenenti ad un’organizzazione che controllava il traffico internazionale di droga tra l’Italia, gli Stati Uniti e il Sud America.

LE FOTO DEL BLITZ E DEGLI ARRESTATI

Sono tredici le persone fermate e arrestate tra la Calabria e New York. Una trentina, invece, gli indagati. Sono stati effettuati nei due paesi perquisizioni e sequestri. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria e dalla magistratura americana ed eseguiti dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dall’Fbi e dall’Homeland security.

VIDEO: I SEQUESTRI DI DROGA TRA CALABRIA E AMERICA

LA BASE OPERATIVA IN UN RISTORANTE – Un ristorante nel Queens, a New York, gestito da un calabrese incensurato assieme alla moglie e al figlio: era questa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori attraverso intercettazioni audio e video, la base dell’organizzazione che controllava un imponente traffico di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia. Il ristorante si chiama “Cucino a modo mio” e sarebbe stata la base logistica del traffico.

L’uomo, Gregorio Gigliotti, originario di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, assieme ai familiari, è stato arrestato nelle settimane scorse: nel corso della perquisizione nel ristorante sono stati sequestrate oltre 100mila dollari, sei pistole, un fucile, cocaina e marijuana. Ed è proprio rispetto alla figura di Gigliotti che emergono ulteriori particolari. Tra gli arrestati c’è infatti un candidato alle prossime elezioni comunali di Lamezia Terme, ritenuto molto vicino a Gigliotti (LEGGI LA NOTIZIA). Dalle indagini emergono particolari inquietanti della personalità dell’uomo che in una intercettazione telefonica confidò alla moglie di aver mangiato un pezzo di rene e di cuore che gli inquirenti ritengono appartenessero ad un essere umano (LEGGI LA NOTIZIA)

LE REAZIONI: PLAUSO DI ALFANO PER RISULTATO INTERNAZIONALE

I COLLEGAMENTI TRA COSCHE – L’operazione interessa le cosche di Crotone, Sinopoli, Vibo Valentia, dove sono stati effettuati alcuni degli arresti, ed evidenzia il ruolo di primo piano della ‘ndrangheta negli affari degli stupefacenti, al punto da avere scalzato la mafia siciliana in America. Il potere malavitoso, secondo quanto emerge dalle indagini, sarebbe ora in mano alle famiglie calabresi che gestirebbero gli affari con le famiglie mafiose siculo-americane dei Gambino, Lucchese, Bonanno, Colombo e Genovese. 

I NOMI DEGLI ARRESTATI IN CALABRIA – I referenti dell’organizzazione in Calabria erano, secondo le indagini: Francesco Violi e Carmine Violi in provincia di Reggio Calabria; Basilio Caparrotta e Nicola Preiti in provincia di Vibo Valentia; Antonio Berlingeri e Domenico Berlingeri (alias Mimmo Terra Nostra) nel Crotonese. Più corposa la pattuglia del Catanzarese: Franco Fazio, Pino Fazio, Cosimo Berlingeri, Domenico Berlingeri detto Mimmo, Alessandro Cacia, Santino Papaleo, Salvatore Caparrotta. 

DROGA VIAGGIAVA CON LA FRUTTA – I filmati che la polizia è riuscita a girare hanno permesso di evidenziare che la cocaina veniva trafficata all’interno delle scatole di banana e di frutta esotica.Grazie ai pedinamenti ed alle intercettazioni, gli investigatori sono riusciti ad intercettare alla fine del 2014 nei porti di Wilmington, nel Delawere, e di Chester Philadelphia, in Pennsylvania, due carichi di droga per un totale di 60 chili di cocaina purissima. La “copertura” utilizzata per importare la droga era una società impegnata nel settore alimentare e nell’importazione di frutta tropicale.

LA STRUTTURA CALABRESE A NEW YORK – Secondo l’attività investigativa, le ‘ndrine calabresi hanno riprodotto a New York la «loro tradizionale struttura criminale, impermeabile all’esterno», caratterizzata da «solidi vincoli di consanguineità e parentela» e sono «perfettamente inserite nel tessuto criminale americano». 

Un business che rappresenta «il fulcro e il motore di tutti gli assetti mafiosi tra Italia e Stati Uniti, già a partire dalla fine degli anni ’70». La ‘Ndrangheta reggina, in particolare, risulta essersi affermata quale «leader del crimine transnazionale», riuscendo a colmare quei «vuoti di potere» effetto delle tante operazioni antimafia Usa-Italia di questi ultimi anni.

 

 

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