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POTENZA – Il suo nome aveva creato non pochi imbarazzi, quando era saltato fuori in consiglio regionale, finito in ben due interrogazioni, una di Gianni Rosa, l’altra di Giannino Romaniello, in cui si chiedeva chi fosse «quel tale che si aggirava nei corridoi dell’Arpab atteggiandosi a direttore amministrativo» (per utilizzare le parole precise del consigliere Fdi n.d.r.), senza aver alcun rapporto lavorativo con l’Agenzia. Ed era finito anche all’attenzione della Funzione pubblica della Cgil che nel frattempo sollevava il sospetto che il provvedimento per l’avviso pubblico per un direttore amministrativo adottato in contemporanea dal direttore Schiassi avesse in qualche modo a che fare con questa vicenda.

All’assessore all’Ambiente era spettato il difficile chiarimento nell’aula di viale Verrastro: riportando quanto riferito da Schiassi, Berlinguer rispondeva che la persona in questione altro non era che un accompagnatore del direttore. Che si era prestato gratuitamente e senza che gli fosse stato conferito alcun incarico, nel periodo di fresca nomina del nuovo direttore.

Eppure, l’avvocato in questione – secondo quanto riferito dal sindacato – si sarebbe presentato anche ai tavoli istituzionali. Tanto che la Cgil aveva formalizzato una denuncia all’ispettaro del lavoro. Nel frattempo, l’avviso per la nomina di un direttore amministrativo, su cui erano stati sollevati molti dubbi di legittimità, era stato ritirato.

L’incresciosa parentesi sembrava essersi chiusa in questo modo. Le polemiche sulla gestione Schiassi hanno continuato a essere all’ordine del giorno, con diverse richieste di dimissioni rivolte all’indirizzo del dg, per diversi motivi e quasi a giorni alterni. Ma quella dell’avvocato Antonio Bruno sembrava una faccenda archiviata.

Ora, a distanza di mesi, il suo nome spunta di nuovo fuori. E questa volta non in viste di accompagnatore e nemmeno di direttore amministrativo.

Bruno, infatti, è al primo posto, nell’elenco degli incarichi professionali da conferire a legali esterni. L’Agenzia, infatti, pur avendo un ufficio legale interno, spesso si rivolge a professionisti esterni. E nella delibera di approvazione della lista dei sette legali esterni c’è anche il nome dell’avvocato che arriva da Salerno, la stessa zona di provenienza del direttore generale.

È il caso di dire che all’Arpab quello che esce dalla porta, rientra dalla finestra.

C’è da precisare – come si specifica nella stessa delibera – che la formazione dell’elenco non pone in essere nessuna procedura, né prevede alcuna graduatoria di merito delle figure professionale. Così come è evidente che l’avvocato Bruno ha il pieno diritto di accedervi. Rimane una questione di opportunità: un eventuale incarico legale all’avvocato Bruno, potrebbe finire per porre dubbi sulla terzietà del conferimento dell’incarico, dato il rapporto di conoscenza con il direttore Schiassi. Un segnale di poca limpidezza nell’Agenzia dove merito e indipendenza, a dispetto del delicato settore di competenza, sono stati mandati in soffitta per molti anni.

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