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L’ULTIMA colata di cemento e ferro risale a settembre. Dopo una decina di giorni – avevano raccomandato alcuni funzionari comunali – finalmente le cooperative di Poggio Tre Galli che perimetrano il Parco dell’Europa Unita avrebbero avuto le scale di accesso.
E invece nulla. Sono sei anni che gli abitanti delle palazzine attendono la realizzazione di questi passaggi senza i quali restano completamente isolati. Sono specialmente i commercianti che hanno le attività sotto i portici che lamentano questo grave disagio. Perché da quando, con la realizzazione del parco, sono state demolite le passerelle che permettevano di accedere agevolmente ai negozi, gli incassi e il numero di clienti sono scesi a picco. Sono una decina di attività in tutto tra la cooperativa Giove e quella parallela, all’altro lato del parco. Due parrucchieri, un salumiere, un negozio d’abbigliamento per donna e uno di materiale elettronico, una stamperia e poi uffici vari.
La costruzione di queste nuove rampe di scale, in diversi punti di accesso, in sostituzione delle vecchie passerelle sarebbero dovute costare al Comune 500 mila euro, già in previsione di spesa. I lavori, invece, si sarebbero interrotti più volte e sempre per motivi diversi: il patto di stabilità, i debiti maturati nei confronti della ditta incaricata. Poi è sorto addirittura un problema tecnico legato alla fognatura.
I commercianti, però, ora che l’amministrazione comunale annuncia nuovi lavori di intervento come la riqualificazione di Parco San’Antonio La Macchia e la rotonda a XVIII Agosto, sono giunti al limite della sopportazione. Si sentono presi in giro, ancora una volta.
Racconta Angelo Robortaccio, titolare della salumeria e presente alla cooperativa Giove con la sua attività fin dagli anni ‘80: «E’ diventato un vero problema. Io non ho uno spazio adeguato per fare carico e scarico. Potrei usare la passerella di piazzale Vilnius, se non fosse che le automobili parcheggiano all’ingresso, ostacolandomi il passaggio».
Le varie passerelle da piazzale Vilnius sono l’unica via d’accesso. Ma sono pericolose d’inverno a causa della pioggia e del gelo e impraticabili per gli anziani. Oltre al fatto che ci si perde molto facilmente. Un vero e proprio labirinto, fatto di sottopassi maltenuti e poco illuminati. Tutto ciò scoraggia molto il cliente abituale, allontanando i nuovi.
Eppure, con la costituzione del parco, il quartiere avrebbe dovuto ottenere tutt’altra linfa vitale aldilà del piccolo spazio verde e privo di automobili consegnato alla città. Con il via vai di gente le attività commerciali presenti avrebbero dovuto rianimarsi e delle nuove sarebbero dovute nascere.
E invece, quelle che ci sono sopravvivono a stento e molte altre chiudono.
«Eppure – dice Leonardo Di Blasio, barbiere e parrucchiere storico di Poggio Tre Galli – noi paghiamo le tasse come tutti». Per 50 metri quadrati di locale Leonardo paga 800 euro di Tasi al mesi, Angelo 1.200.
Il cuore della soluzione è in quelle scale che, da piano e come promesso, avrebbero dovuto garantire l’accesso direttamente dal parco alle aree commerciali. I negozianti sono agguerriti e non escludono la possibilità di rivolgersi a un avvocato.

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