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OTTOcentomila euro arrotondate per difetto. A tanto ammontano le consulenze che la Regione Basilicata ha dichiarato al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, nell’ambito dell’operazione trasparenza che dal 2008 vede on line molte cifre che prima erano semisconosciute al grande pubblico. Tra amministrazione e Consiglio sono 49 gli incarichi affidati all’esterno dall’ente regionale. Le spese più consistenti sono relative al settore ambiente e in particolare ad un progetto, Rete natura 2000, che da solo ha avuto bisogno di 9 consulenze per un totale di 200mila euro (non male su 800 di totale). Rete natura mira alla «conservazione della natura, attraverso la istituzione di una rete di aree protette individuate con rigore scientifico-naturalistico e paesaggistico», un’operazione che «costitiusce un dovere primario per una amministrazione che operi nell’ottica dello sviluppo sostenibile», scriveva l’allora assessore all’ambiente Erminio Restaino. Ecco quanto ci è costato individuare «dopo un’accurata indagine scientifica condotta dall’università della Basilicata, per conto della Regione», le aree rappresentanti habitat naturali di rilevanza comunitaria. Altre spese, 86mila euro in tutto, sono distribuite tra sette consulenti che si occupano di esaminare dati e conti relativi ai bilanci di previsione regionale. Altri 120mila invece si riferiscono ad ulteriori sei consulenti che hanno fornito assistenza tecnica per il Por Basilicata. A botta di 27mila euro ciascuno, tranne uno che ne vanta “appena” 12mila. Non tutti questi incarichi, infatti, sebbene la spesa sia prevista, sono stati effettivamente retribuiti. Per farsi un’idea bastava essere sabato alla manifestazione dei precari di Potenza, dove il creditore per servizi offerti alla Regione Basilicata era la categoria più frequente tra i protestanti. Per restare all’ambiente, eccoti altri 9mila euro affidati a una consulenza universitaria per il progetto Carg, per una carta geologica della regione, in una parola: percontenere i rischi del terremoto. E poi ci sono i microincarichi del Consiglio regionale, dalle delibere della presidenza alle decine di voci che rimandano all’organismo di controllo della comunicazione: tra relazione annuale Corecom (la cui stesura è affidata a una cooperativa, la Viceversa) e le «conciliazioni in materia di telefonia» dell’organismo stesso se ne sonono andati 10mila euro. Altri 6mila per una dirigenza e 6000 che riportavo per chi quel dirigente ha dovuto valutarlo. Trentamila euro sono andate invece ad un progetto di cooperazione internazionale chiamato Pays Med Urban, molto utile soprattutto adesso che quel Mediterraneo ci sta chiedendo il conto. E andiamo agli enti subregionali. L’Arpab dichiara per l’anno appena trascorso 95mila euro di affidamenti esterni. Tra incarichi amministrativi e consulenze legali, è una strana voce quella che attira l’occhio pure che uno non ce lo volesse buttare: 20mila euro per «la sorveglianza fisica delle radiazioni ionizzanti». La “sorvegliante”, almeno, è una donna: quote rosa garantite. Capitolo sanità: spettacolare. Sapevate che il San Carlo spende per consulenze la stessa cifra dell’intera Regione Basilicata? A leggere i dati inviati a Brunetta sembra che l’ospedale regionale da questo punto di vista si comporti un po’ come un mini ente locale. Ottocentomila euro di affidamenti esterni per il nosocomio regionale che vanta una discreta schiera di consulenze legali per controversie che (dati gli importi delle parcelle, c en’è una da 28mila euro…) si spera almeno siano andati a buon fine. Nel dettaglio, le voci che fanno più impressione sono un incarico da 208mila euro per la direzione dei lavori di un edificio “per uffici e accoglienza” affidato all’ingegnere Giuliano Rosco e – non per l’importo, ma semmai per il nome – i 18mila destinati allo studio Margiotta per un collaudo tecnico su alcuni fabbricati. Una sessantina di incarichi a colpo di 15mila, 29mila, anche 62mila euro per la sicurezza dei padiglioni “in fase di realizzazione”. Il resto sono collaborazioni con altri istituti e prestazioni specialistiche. Secondo in classifica per il comparto sanità è il Crob di Rionero. Duecentoquarantamila euro in tutto per incarichi esterni nell’anno passato. Per la maggior parte delle 39 consulenze si tratta di borse di studio (anche cospicue, ce n’è una da 60mila euro) e attività di ricerca. Infine l’Asp di Potenza fanalino di coda (per modo di dire) con i suoi consulenti da – tutto sommato molto meno degli altri – 240mila euro. Qui la prima voce è da capogiro: 24mila euro per “consulenza aereonautica”, immaginiamo l’elisoccorso. Poi c’è parecchia assistenza psicologica (e non solo) nelle carceri e molte voci relative alla musicoterapia.

Rosamaria Aquino

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