X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

CASTELMEZZANO – Appuntamento alle 9. Imbracati e con i nostri accompagnatori Cai della sezione di Potenza, partiamo intorno alle 10.30. Io e una collega siamo con Mario, l’ angelo custode che ci indica dove e come poggiare i piedi, come usare i ganci e così via. Mario non è solo un supporto tecnico.

Ci insegna ad andare avanti per obiettivi, a sostare per ricaricarci, a guardare ciò che ci circonda con occhi diversi. E’ la prima volta che faccio climbing, nonostante sia nata e cresciuta in una città di montagna. Eppure per la prima volta mi rendo conto che la cultura di montagna non mi appartiene. E mi dispiace.

Addossata alle Dolomiti lucane di Castelmezzano e Pietrapertosa, nella strada ferrata Marcirosa imboccata a Castelmezzano dal Sentiero delle sette pietre fino a Cresta di San Martino, a Pietrapertosa, mi sento al sicuro, solida, protetta.

La montagna è mia amica. E io mi guardo quasi fossi un’eroina nell’affrontare 1778 metri di pendii, sentieri rocciosi, ponti tibetani sospesi nel vuoto a primo acchito impossibili da superare. Invece capisci che nulla è impossibile e che i limiti, il più delle volte, sono solo preconcetti.

Forse quando il sindaco di Castelmezzano Nicola Valluzzi all’inaugurazione delle strada ferrata parla di «educazione alla montagna», intende proprio questo. Oggi questa dimensione lucana viene non solo recuperata ma rafforzata e rilanciata su tutto il territorio nazionale e oltre, grazie al trittico lucano delle Dolomiti Lucane: il volo dell’angelo, la passeggiata letteraria e la strada ferrata sono le nostre “Dolomiti rocks”.

«Rocks non solo come inglesismo per dire rocce in inglese – precisa Valluzzi in conferenza stampa – ma per dire che la Basilicata è veloce, svelta, è rock riprendendo la connotazione usata da Celentano». Un po’ meno rock sono stati i tempi burocratici impiegati per raggiungere l’obiettivo. L’idea del trittico risale al 2000, ma il Volo dell’angelo viene completato nel 2007, la passeggiata letteraria nel 2009, dal 1 luglio 2015 la strada ferrata tra le più lunghe d’Italia e unica del sud. Fino a febbraio – la chiusura coincide con la nidificazione di alcune specie importanti per la biodiversità – sarà possibile buttarsi in questa avventura a lieto fine. Gratuita, è previsto solo il costo per l’imbracatura (25 euro con le scarpe e 15 senza). Verrà gestita dalla società “Volo dell’Angelo” ed è possibile prenotare l’unica guida alpina del Mezzogiorno, fino a 48 ore prima dell’escursione. L’indotto, come afferma il sindaco di Pietrapertosa Pasquale Stasi, verrà «dalla capacità di attrarre i turisti per una permanenza più lunga» puntando a un turismo diverso dal mordi e fuggi . Insieme a un «miglioramento della cultura dell’accoglienza», come aggiunge l’onorevole Vincenzo Folino all’inaugurazione. Strategici saranno i rapporti con il Parco di Gallipoli Cognato, come conclude il suo presidente Mario Atlante. Si completerebbe così quella “Montagna di emozioni” – riprendendo il nome dai Piot impiegati per la strada ferrata, costata 400.000 euro – che non è altro che quel filo che unisce non solo due paesi, entrambi borghi più belli d’Italia, ma una comunità e questa con il resto del mondo. E il mio primo incontro con la montagna non poteva che concludersi così: guardando dall’alto, in volo, lungo quel filo, la strada percorsa fin qui.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE