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Le buone notizie non vanno smarrite. Non perdiamo di vista, dunque, la grande rivoluzione annunciata da Marchionne per Melfi. Riflettiamo anche su quello che significa in termini di equilibrio territoriale. La vittoria di Matera capitale aveva fatto pendere il peso della regione da quella parte: prospettiva globale di crescita, cuore del turismo internazionale per i prossimi anni. La rinascita industriale dello stabilimento di Melfi (è come se lo avessero inaugurato una seconda volta) compensa territorialmente il resto della regione, la provincia di Potenza. Una coincidenza perfetta, quasi un miracolo.

Si spendono fiumi di parole per definire le vocazioni dei luoghi, poi a un certo punto, per una alchimia irripetibile, tutti i pezzi vanno al posto giusto. Fine della cigs, mille posti di lavoro ex novo, attrazione di 500 lavoratori dagli stabilimenti di Cassino e Pomigliano.

Chi lavorerà nei prossimi mesi alla Sata di Melfi ha la possibilità di diventare competitivo sul mercato mondiale nella produzione industriale di automobili. Non è poco. Una sfida di grande orgoglio.
A questo va aggiunto l’indotto. Proprio domenica raccoglievo la storia di alcuni potentini costretti a lavorare nell’edilizia al nord negli ultimi due anni. Si sono appena trasferiti a Melfi per lavorare nella logistica. Dunque dalla Basilicata, dal Mezzogiorno d’Italia, viene una spinta di forte incoraggiamento. Accompagnata da una prospettiva di business di non poco conto.

A Matera circolano soldi, sarà così anche per il Vulture. Non so quale altra regione italiana possa vantare queste condizioni di vantaggio. Lasciando fuori dal ragionamento le risorse naturali della Regione. L’ho scritto già ieri e lo ripeto oggi: non è tutto merito della politica, soprattutto la ripartenza di Melfi, ma sarebbe un delitto se la politica “non ne approfittasse” capitalizzando il momento fortunato e concentrandosi a farlo diventare duraturo, prevenendo possibilmente dibattiti parcellizzati e recriminazioni benaltristiche.

In pratica il governatore Pittella ha la possibilità di governare il processo Melfi subito, mettendo in agenda le richieste realmente necessarie per creare contesto facilitativo (cosa serve alle imprese del distretto: bolletta energetica ridotta? Tari o altri tributi di questo tipo da rivedere? Viabiità da sistemare?).

Serve però uno sforzo di conciliazione da parte di tutta la politica (che è invece alle prese con perenni schemi elettorali) e una selezione delle priorità. Non è che si sono all’improvviso risolti tutti i problemi della Basilicata, ma se abbiamo delle inattese insorgenze positive e non le coltiviamo esse appassiranno insieme alle altre cose che sono già in agonia. Serve un cinismo degli obiettivi. Va sostenuto chi è già in corsa o ha già vinto perché non perda il suo primato. Il successo di chi è avanti potrà portare benefici a chi è rimasto indietro. In uno scambio solidale ed equo, vero compito di una politica di sinistra.

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