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L’applicazione del protocollo di legalità siglato nel marzo 2010 con la Prefettura di Reggio Calabria, tra Gruppo Italcementi e Istituzioni riguarderà tutta la Calabria. Oggi infatti, è stata firmata dall’azienda con tutte le Prefetture della Regione, rappresentate dal Prefetto di Reggio, Luigi Varratta; di Catanzaro Antonio Reppucci; di Cosenza Raffaele Cannizzaro; di Crotone Vincenzo Panico; di Vibo Valentia Luisa Latella, a testimonianza della partecipazione di tutto il territorio regionale a questa iniziativa.
Insieme a loro, il Presidente di Confindustria Calabria, Francesco Cava e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali, regionali e provinciali. La cerimonia ha avuto luogo presso il Palazzo del Governo di Reggio Calabria, con la partecipazione di Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Le Istituzioni e il Gruppo Italcementi compiono dunque un nuovo importante passo avanti verso la nascita di un sistema organizzato a tutela della legalità. Oggi il documento viene arricchito con un «addendum» che prevede non solo l’estensione del Protocollo a tutto il territorio regionale, ma anche il coinvolgimento, oltre al settore del cemento, per la prima volta del settore del calcestruzzo del Gruppo, che fa capo alla Calcestruzzi S.p.A., società che sarà impegnata a condividere processi di trasparenza e di governance finalizzati a contrastare le infiltrazioni criminali nelle attività economiche.
Imprese e istituzioni, attraverso il Protocollo, sono chiamate a implementare un sistema di «sicurezza partecipata» volto a promuovere comportamenti responsabili di tutti i soggetti interessati al ciclo economico aziendale. Firmato in prima stesura a Reggio Calabria l’11 marzo 2010, il protocollo trae origine dallo studio realizzato da un gruppo di lavoro di Italcementi coordinato dal prefetto Cono Federico, sulla base del Codice a suo tempo elaborato da Pier Luigi Vigna, magistrato, già procuratore nazionale antimafia, Giovanni Fiandaca, professore ordinario di diritto penale presso l’Università degli Studi di Palermo e Donato Masciandaro, Professore ordinario di Economia Politica e titolare della cattedra di economia della regolamentazione finanziaria presso l’Università Bocconi di Milano.
L’obiettivo è quello di rendere il più possibile impermeabile il perimetro delle attività economiche alle infiltrazioni della criminalità organizzata o comunque al rischio di collusioni con la stessa, contribuendo così a rafforzare il sistema di prevenzione attuato dalle autorità di pubblica sicurezza. Questo nuovo strumento contiene una serie di principi, di regole e di procedure finalizzate a rafforzare le condizioni di sicurezza e di legalità nel mondo del lavoro e della produzione e che, in estrema sintesi, tendono a «qualificare» il personale dipendente, i clienti e i fornitori in un contesto di massima trasparenza dell’attività di impresa. Nella sua applicazione presuppone una necessaria e indispensabile sinergia con i prefetti, quali autorità provinciali di pubblica sicurezza e garanti della legalità amministrativa, per acquisire da questi «dati, indicazioni, circostanze rilevanti ai fini della rilevazione degli indici di attenzione o dei criteri di valutazione» e per comunicare agli stessi i dati sensibili dell’attività d’impresa, unitamente ad ogni situazione di rischio potenziale al fine di migliorare l’azione di prevenzione svolte da queste autorità.
Concretamente, la collaborazione tra azienda e istituzioni si realizza attraverso lo scambio di informazioni per via telematica, con la circolazione di dati in tempo reale e la possibilità di mettere le autorità tempestivamente a conoscenza di dati sensibili sull’attività di impresa, secondo procedure condivise. Nel corso di questo primo anno di applicazione sono stati avviati gli strumenti di collaborazione e di scambio di informazioni previsti dal protocollo utilizzando la stessa metodologia applicata nell’ambito del piano coordinato di controllo dei cantieri, progetto realizzato dalla Prefettura di Reggio Calabria per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e già operativo nel settore delle grandi opere ed in specie nei lavori di ammodernamento del tratto reggino dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria.
Inoltre, Italcementi ha avviato un percorso di formazione nei propri impianti, che ha visto lo scorso 10 marzo nella cementeria di Vibo Valentia la prima sessione di formazione rivolta a tutti i dipendenti, alla presenza del top management dell’azienda, di uomini delle Istituzioni e di magistrati impegnati in prima persona nella lotta alla criminalità organizzata, dei rappresentanti di Confindustria e delle organizzazioni sindacali. Tali corsi saranno ora estesi a tutti gli altri impianti dei settori cemento e calcestruzzo della Calabria.

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