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IL rapporto Mare Monstrum 2013 di Legambiente riserva alla Calabria note non certo positive, anzie la quarta posizione assoluta come regione con mare più “illegale” non viene scalfita sebbene la Sardegna e il Lazio siano in decisa crescita. Secondo lo studio degli ambientalisti in Calabria nel corso dell’anno 2012 sono state accertate 1.599 infrazioni  pari all’11,8% del totale. Davanti alla punta dello stivale solo Puglia (1.732-12,8%), Sicilia (1.959-14,5%) e Campania (2.101-15,5%). Meglio, ma si fa per dire, la situazione sotto il profilo delle persone denunciate e arrestate visto che la Calabria in questo caso e al quinto posto con 1.717 denuncie o arresti dietro anche alla Sardegna. Infine, sempre quarto posto per quanto concerne i sequestri effettuati che in Calabria sono stati in tutto 444. Tutta via la situazione migliora se si analizza il dato delle infrazioni rapportandolo al totale dei chilometri di costa di compentenza di ciascuna regione. In questo casom infatti, la Calabria è in discesa rispetto allo scorso anno riuscendo a raggiungere il 9 posto con una media di 2,2 infrazioni per chilometro di costa, poco meno della metà rispetto alla Campania che registra 4,5 infrazioni per chilometro ma soprattutto ben al di sotto dell’Emilia Romagna dove le infrazioni per chilometro sono in media 3,9. Le infrazioni considerate nell’analisi riguardando principalmente l’Abusivismo edilizio sul demanio, i depuratori, gli scarichi fognari e l’inquinamento da idrocarburi, la pesca di frodo e i reati previsti dal codice della navigazione e dalla nautica di diporto.

IL CEMENTO CHE DETURPA IL MARE: L’ABUSIVISMO EDILIZIO. Nel campo della lotta all’abusivismo edilizio nel corso del 2012 la Calabria ha fatto registrare passi in avanti. Il dato, infatti, la pone al quinto posto assoluto in discesa rispetto all’anno precedente, con un totale di 329 infrazioni accertate pari all11.5% del totale cui corrispondono 360 persone denunciate e 113 sequestri effettuati. Una situazione che pone la regione ben al di sotto di Sicilia, Campania, Sardegna e Puglia, regioni che geograficamente e socialmente potrebbero essere considerate “sorelle” della Calabria. Purtroppo, però, il miglioramento non significa che le cose vadano bene. Basti pensare che nella top five degli ecomostri ci sono 35 costruzioni abusive realizzate, spiega Legambiente, all’interno del parco archeologico di Capo Colonna. I manufatti sono sotto sequestro dagli anni 90 e «la loro presenza – scrive l’associazione ambientalista – oltre a impedire l’estensione del parco a tutto il sito archeologico, testimonia l’inerzia della pubblica amministrazione che nonostante la confisca definitiva non si decide a buttarle giù». Per questo caso nel 2009 Goletta verde consegnò la bandiera nera dei “pirati del mare” al sindaco di Crotone. Le case, spiega ancora il sodalizio, non vengono abbattute perché abitate «e l’intervento delle ruspe creerebbe problemi di ordine pubblico».

GLI INTERVENTI REALIZZATI, L’ABBATTIMENTO DEGLI ECOMOSTRI. Come dicevamo in Calabria un lento e leggero miglioramento nel corso degli ultimi anni c’è stato e a dimostrarlo vi sono alcuni degli abbattimenti realizzati nel corso degli ultimi anni di immobili abusivi realizzati lunghe le coste calabresi. Tra questi a Stilo sono state abbattute due ville abusive poste sul lungomare considerate da abbattere fin dal 2009 e demolite a dicembre 2012; a Lamezia Terme si è registrata la demolizione di due edifici confiscati in contrada Lagani, demolizione avviata nel luglio 2011; a Rossano nel 2008 sono stati abbattuti 45 mila metri cubi di villette realizzate sul demanio negli anni 70, e via via risalendo negli anni si possono evidenziare altri importanti interventi che, comunque, dallo studio di Legambiente emerge come siano in realtà ancora pochi rispetto alla situazione esistente.

IL NODO DELLE CONCESSIONI E I POSSIBILI GUADAGNI.  La Regione Calabria ha stabilito maggiori canoni per il 2013, introducendo aumenti sensibili degli importi dovuti da parte dei concessionari. Si passa da pochi centesimi (0,78 euro al mq per ristoranti e bar) ad almeno 2,18 euro al metro quadro per aree occupate da impianti di facile rimozione e in zone a normale valenza turistica, fino a 4,36 euro al mq in aree considerate ad alta valenza turistica. Questo significa che in Calabria le entrate annue medie potrebbero passare da poco più di 2.150 euro per concessione a quasi 9.000 euro, con un incremento pari ad almeno 4 volte.

IL MARE INQUINATO E IL TRISTE PRIMATO CALABRESE. La Calabria resta in testa anche nel 2012 per quanto riguarda i fenomeni d’inquinamento del mare, dalla mala depurazione agli scarichi fognari fino allo sversamento di idrocarburi. Nella regione si concentra un quinto dei reati accertati in tutta Italia dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, esattamente il 20,9% pari a 541 infrazioni accertate cui corrispondono 624 persone denunciate o arrestate e 139 sequestri. Del resto nell’analisi relativa agli abitanti equivalenti effettivamente serviti da impianti di depurazione la Calabria fa registrare la percentuale del 49.9% meglio solo della Sicilia (47,3%) che vuol dire che poco più della metà della popolazione calabrese non è servita da impianti di depurazione.

L’ULTIMO NEO, LA PESCA DI FRODO. Nel settore della pesca di frodo la Calabria occupa, ancora una volta, la quarta posizione con 574 infrazioni accertate pari al 10.7% del totale e corrispondenti a 578 persone denunciate o arrestate e 159 sequestri effettuati. Anche se c’è da dire che se poi si va a verificare la quantità in kg di pesce sequestrato la Calabria fa segnare un miglioramento complessivo scendendo anche in questo caso fino alla nona posizione con 9.437,2 chilogrammi totali sequestrati (pesce 7.840,30; tonno rosso, pesce spada e crostacei 0; datteri 1; molluschi 35, novellame 1.560,9)

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