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POTENZA – La situazione delle scuole lucane potrebbe essere migliore, ma sta facendo grandi progressi. Al di là dei dati negativi emersi il rapporto di Legambiente sullo stato di salute delle scuole, a partire dalla loro resistenza ai terremoti, sottolinea qualche progresso, il tutto dovuto soprattutto all’enorme mole di investimenti che la Regione ha messo in campo negli ultimi anni. Ma il rapporto di Legambiente consegna anche una classifica che deve migliorare il prima possibile, una classifica che tiene conto però soltanto dei comuni capoluogo di provincia: Potenza e Matera, due comuni fermi al sessantesimo posto per quanto riguarda Potenza (che lo scorso anno invece era alla posizione numero 74) e Matera che cala in un ben più preoccupante ottantaduesimo posto. L’Aquila, per esempio, è più avanti della Basilicata. Ma è vera anche un’altra cosa: gli edifici scolastici, rispetto alla media nazionale, sono di più recente costruzione. Il 26,8% delle strutture sono state costruite dal 1991 in poi, rispettando norme sismiche certamente più aggiornate.

E non è un dato troppo piccolo in termini percentuali, perché se si fa un confronto con la realtà nazionale si scopre che solo il 9,5% degli edifici in tutta Italia è stato costruito a partire dagli anni novanta. L’altro aspetto positivo è che questi edifici sono nati per essere delle scuole, sono stati progettati come tali. Stiamo parlando di quasi un 100% schiacciante (il 96,5% per essere precisi) e nessuno di questi risulta in affitto. Andando ad approfondire si scopre anche che quella piccola percentuale rimanente riguarda in minima parte abitazioni convertite e molto di più palazzi storici. Non c’è, quindi, una frammentazione eccessiva, né tantomeno una politica di “risparmio” sulle costruzioni. Le scuole sono state pensate come scuole, studiate per essere tali e non degli edifici riconvertiti.

Un punto a sfavore riguarderebbe i criteri di bioedilizia: nessuna struttura sembra risultare a norma da questo punto di vista. C’è però da tenere conto il fatto che nonostante se ne parli da molto tempo le pratiche d’uso di materiali sostenibili per le costruzioni è un campo quasi deserto in tutta Italia. A parte questo sembrerebbe andare tutto bene, ma c’è un altro lato della medaglia che non è molto rassicurante. Bisogna partire dal presupposto che tutte le scuole lucane sono edificate in aree a rischio sismico. Il 100% delle scuole quindi non sono posizionate in zone potenzialmente sicure, ma questo è dovuto anche alla conformazione del territorio lucano. Il dato comunque non è certamente rassicurante.

Su questo 100% però c’è da notare due cose: sul 57,1% è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica, mentre il 44,6% risulta costruito secondo i criteri antisismici. Meno della metà, è vero, ma confrontiamo la Basilicata con il dato nazionale. Non c’è storia, in tutta Italia solo l’8,8% delle strutture è a norma.

Altro discorso quello della manutenzione. Qui la situazione si fa un po’ più complicata perché un terzo degli edifici (il 32,1%) ha bisogno di interventi urgenti di manutenzione. E qui la nota dolente: gli investimenti in questo campo sono al di sotto della media nazionale, ma comunque restano in crescita rispetto all’anno precedente (il 2012). Questo significa che ci sono più risorse stanziate e disponibili rispetto lo scorso anno ma ancora per far fronte a strutture vetuste o comunque in cattivo stato bisognerà faticare non poco. Dunque se si va bene dal punto di vista sismico, con uno sforzo riconosciuto delle istituzioni, c’è da guardare anche a quello che manca. Soltanto il 25% delle scuole ha le certificazioni igienico sanitarie, a differenza del 73,8% della media nazionale. E più si scava più le cose diventano “cupe”. Gli impianti elettrici sono a norma solo nel 42,9% delle scuole. Sotto la media nazionale anche i requisiti di accessibilità ai dati scolastici e alle documentazioni via web. Il 73,2% è a norma contro l’82,3% della media nazionale. Diverso il discorso sulla stabilità strutturale delle scuole lucane.

A fornire i dati sui collaudi statici è soltanto il Comune di Potenza. Matera non risponde proprio. E a questo proposito solo il 40% delle scuole ha effettivamente documentato il collaudo statico. Il vero caso limite è sulla certificazione per la prevenzione di incendi, dati, anche in questo caso, forniti solo dal Comune di Potenza. Ad avere la certificazione è solo il 13,3% delle scuole. Sul certificato di agibilità invece si potrebbe aprire un discorso a parte: nessuno dei due Comuni ha fornito dati da questo punto di vista, sarebbe lecito pensare che nessuna delle scuole tra Potenza e Matera risulti, certificata, agibile. E poi: nessuna pista ciclabile in prossimità delle scuole, ma per quanto riguarda Potenza ci si rifà, in negativo, con le industrie. Nel 46,7% dei casi gli edifici scolastici sono posti in un raggio di un chilometro da industrie, contro l’1% della media nazionale. A controbilanciare il dato negativo è l’utilizzo di prodotti biologici nelle mense scolastiche. Qui si viaggia ad un ritmo notevole, con il 96% delle scuole che utilizza prodotti provenienti da agricoltura biologica. Peccato che il 100% degli istituti utilizzi i piatti di plastica. Ed si è anche sotto la media sulla presenza di cucine interne nella mensa: stiamo parlando del 15,1% contro 22,3%. Nella media invece la somministrazione di acqua dal rubinetto (50,9%). Brutta storia sulla gestione della raccolta differenziata, anche stavolta dati forniti solo da Potenza. Risulta non attivata la raccolta di vetro, alluminio, organico, mentre la carta risulta raccolta nel 100% degli edifici scolastici. Altro fronte quello delle rinnovabili: in nessun edificio sono installati impianti fotovoltaici, nessun impianto ma almeno il monitoraggio dell’amianto è stato effettuato in tutti gli edifici di Potenza.

v.panettieri@luedi.it

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