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CARA Lucia,

ieri il tuo editoriale era un urlo in un deserto di frasi fatte, aride come il cuore di chi le scriveva o le pronunciava.

Alcune e alcuni, addirittura, le pronunciavano in politichese e questo è ancora più fastidioso.

Come se la dignità di una donna debba passare necessariamente attraverso le segreterie di partito o alcune donne avessero più diritto a essere donne rispetto alle altre.

Mi ha intristito questo, più di tutto: mi hanno intristito i firmatari che ora faranno retromarcia esattamente la stessa retromarcia per quel crocifisso che anche tu hai ricordato e sul quale, in privato, ci siamo confrontate tempo fa.

Proprio vero: se una donna vuole un figlio ci riesce a portare avanti quella gravidanza, contro tutto e tutti, senza un euro, con una forza che solo l’amore può dare. Il coraggio, in alcuni casi, di amare follemente una creatura che è il frutto di un atto di amore univoco, di un padre che scompare di fronte a una nuova vita.

Ce ne sono tanti di uomini così, conosco storie di giovani donne che sanno sopportare insieme un forte dolore e una forte gioia con una determinazione che le rende eteree come angeli quando accarezzano quel pancione pregno di vita.

E ne conosco altre che non hanno avuto questo coraggio e si sono spente in un dolore irrecuperabile, insanabile, una eterna frattura, uno sfenocasma che non consente più la serenità.

Ma ti scrivo, caro direttore, perché molte di quelle donne che credono di essere più donne di altre, sono le stesse che hanno sostenuto la candidatura di uomini alle regionali lucane, senza battere ciglio di fronte a tale sconfortante comportamento di alcuni partiti.

E allora mi chiedo perplessa e molto frustata: esiste un tempo per essere donne e si è donne a convenienza o secondo l’occasione?

E così si frantuma e si consuma ogni dignità e ogni rispetto.

Ci inviti a combattere su questo tema perché ci riguarda così come ci hai invitato a combattere per le prossime comunali. Ma per combattere contro chi? Contro gli uomini che abbandonano le donne? Contro le donne che votano e sostengono gli uomini? Contro quelli che, in generale, non rispettano la dignità femminile?

Io non so contro chi combattere, non mi sono chiari i volti dei nemici e, se questi volti non sono chiari si combatte contro il nulla, contro un preconcetto, un pregiudizio.

Giusto un anno fa, qualcuno diceva che le donne avrebbero avuto il 40 per cento dello spazio in politica. Mi disturbò molto conoscere che c’era qualcuno che, come una divinità, distribuiva spazi. Da dove derivava tale potere? Chi ha conferito agli uomini tale potere?

Ecco, in quel caso, io non ho sentito strilli, lazzi, urli … anzi, era considerata una grande conquista! Ma come è possibile considerare una conquista chi distribuisce gli spazi come se ne fosse il padrone?

Certo, qualcuno mi dirà che meglio questa iniziativa del niente ma, i risultati, qui in Basilicata, si sono visti, eccome se si sono visti.

Come si può immaginare un luogo senza donne e sentirsi a proprio agio?

 Non avere manco più il desiderio di guardare un sedere che passa o una scollatura, a questo punto si è ridotta l’aridità degli uomini?

E che nessuno si scandalizzi per ciò che ho scritto, gli uomini sanno bene come sono e lo sappiamo anche noi donne. E dovremmo scandalizzarci per cose molto più gravi.

Bisogna rivoluzionare questi pensieri pieni di inutile moralismo e finto perbenismo: gli 8 più 8 al governo sono un buon inizio, a mio avviso, anche se questa equità di presenze è servita a eliminare il ministero delle Pari Opportunità o come si vuol chiamarlo.

Intanto, in Basilicata si comincia a organizzare la lotta contro i 250 euro per 18 mensilità. Lotta politica, ovviamente!

Le vere donne con la voglia di far nascere un figlio se ne stanno zitte e cercano soluzioni, da sole; e sole sono coloro che hanno abortito racchiuse come gomitoli in un lutto interminabile.

E anche io, da questo momento in poi, mi azzittisco e non combatto finchè non conoscerò l’identità del nemico …

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