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POTENZA – La Basilicata con le sue eccellenze artistiche e produttive stupisce i newyorkesi. Con l’impegno dell’Apt per conto della Regione Basilicata, il sostegno del Consolato italiano e dell’Enit, la collaborazione di Sviluppo Basilicata e la disponibilità  della Diocesi di New York, il presepe monumentale del maestro Francesco Artese ha oltrepassato l’oceano e contribuirà a rendere magiche le festività natalizie di quanti si recheranno nella Cattedrale di Saint Patrick dove sarà esposto fino all’Epifania.

In che modo e con quali sentimenti pensa che la comunità americana si avvicinerà al suo presepe nella Cattedrale di Saint Patrick?

«Io credo che il messaggio racchiuso nel presepe, e in particolare nella Natività, possa avere un significato universale di pace, serenità e di affermazione di valori quali la famiglia, la solidarietà e la vicinanza dei popoli, aldilà del credo e della fede di chi al presepe si avvicina anche come semplice visitatore. E inoltre credo che un presepe a New York possa servire per rinsaldare il legame con le proprie origini anche per le tante generazioni figlie di quella comunità italiana emigrata a New York tanti anni fa in cerca di un futuro migliore».

Perché ha scelto il paesaggio lucano e in particolare lo scenario dei Sassi di Matera, quale ambientazione delle sue Natività? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

«Se in principio il presepe nato con San Francesco cercava di essere fedele all’iconografia della Terra Santa sia nel paesaggio che nei personaggi, man mano negli anni le diverse scuole che si sono sviluppatehanno realizzato la Natività scegliendo come sfondo, come scenografia, il proprio ambiente. Io, da lucano, ho sentito questa stessa esigenza e ho deciso di rappresentare la natività ispirandomi ad alcune scene contadine. Attraverso le mie opere cerco di dare emozioni, di trasferire quei valori tipici dell’ambiente rurale che fino a 40 -50 anni fa era quello dei nostri paesi e che adesso sono così rari come l’umiltà, la semplicità, il vicinato, la famiglia. Ci sono i visi rassegnati dei contadini ma anche i visi fieri di quel poco che gli basta per vivere».

Quanto c’è della Basilicata nei suoi presepi?

«Ci sono sempre scenografie in cui si ritrovano “pezzi di Basilicata”. Ogni anno giro per i nostri paesi cercando di scoprire vicoli. Ma tra i paesaggi più importanti, di cui sono innamorato, c’è senza dubbio Matera, sia perché rispecchia un po’ le case tipiche di Betlemme rievocando il luogo dove è nato Cristo, sia perché il paesaggio dei Sassi per me è sempre fonte di ispirazione, non basterebbe una vita per poterne rappresentare le suggestioni».

Che valore ha per Artese esporre a New York?

«Con il presepe a New York, la città dai mille volti, la metropoli per eccellenza io vorrei continuare a suscitare emozioni arrivando al cuore di tanti, anche di chi crede in una religione diversa dalla mia».

lo. sa.

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