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CATANZARO – Controllo dei cantieri delle grandi opere pubbliche, attenzione maggiore sui settori di interesse della criminalità organizzata, supervisione sugli appalti della sanità, potenziamento dello sportello unico delle attività produttive. La lotta alla ‘ndrangheta passa anche da questi punti, frutto di una analisi effettuata ieri nel corso di un vertice straordinario antimafia. La riunione si è tenuta nella Prefettura di Catanzaro, presieduta dal prefetto Antonio Reppucci, alla presenza degli altri quattro prefetti dei capoluoghi di provincia, del procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dei rappresentanti della Dia, dei componenti di Confindustria Calabria,Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto, dei vertici provinciali e regionali di Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia e Corpo forestale. Scacco alle cosche, dunque, ma soprattutto la volontà precisa di bloccare le fonti di guadagno. Un vertice che ha avuto al centro della discussione l’analisi delle misure in atto nelle attività di antimafia, verificando la loro efficacia e approfondendo le ulteriori iniziative per essere ancora più incisivi. 

Da questo, sono emerse le criticità maggiori, a partire dalla costituzione di un gruppo interforze che possa seguire i cantieri delle grandi opere pubbliche (autostrada, statale 106 e appalti maggiori) con il compito di verificare le presenze del personale così per come previsto dalla normativa. Questo perché la criminalità organizzata, è stato evidenziato, continua ad “investire” in varie forme sui grandi appalti, così come avviene in altri settori dell’economia. Infatti, è emersa anche la necessità di un maggior controllo di villaggi turistici e alberghi, la verifica degli interventi nel fotovoltaico e nell’eolico, l’attenzione sulla grande distribuzione e sugli appalti nella sanità. Ai quali si aggiungono i controlli negli appalti per servizi e forniture. La circolarità di queste informazioni, è stato evidenziato nel vertice antimafia, permette di avere in tempo reale il quadro degli interessi malavitosi su tutto il territorio, garantendo interventi in termini di prevenzione e repressione. Il tentativo di controllo dell’economia calabrese, da parte delle ‘ndrine, deve essere stoppato sul nascere, tagliando ogni fonte di guadagno e di condizionamento.

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