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UN SIMBOLO di un Sud che vuole crescere ed aprirsi ad una nuova esperienza che punta tutto sull’innovazione e su un forte appeal culturale come solo la città di Matera può garantire.

Unmonastery è tutto questo ed in queste ore è decisamente attivo con la presenza in città dei non monaci e l’avvio dei quattordici diversi progetti che lo caratterizzano. Ma anche con il tiwtterstorm di ieri mattina che ha messo il progetto al centro dell’attenzione.  «E’ un  una Basilicata che pensa ai prossimi mille anni» si legge in uno dei tanti tweet che sono arrivati ieri e che testimoniano l’attenzione verso un’idea che porta Matera ad una diversa latitudine. Su di un piano diverso. Avanti nel tempo e nella possibilità di creazione di nuove realtà, semplicemente  al passo con i tempi. In qualche modo una sorta di simbolo di un Sud che vuole riscattarsi e che vuole farlo attraverso strade nuove. Unmonastery è probabilmente una di queste strade con progetti che vanno in molte e diverse direzioni.

Dai primi di febbraio c’è stata l’apertura delle porte dei Sassi ai non monaci provenienti da diverse parti d’Europa con le loro storie

Sono partiti dai quattro angoli d’Europa in macchina, in aereo, in treno, facendo l’autostop. Ieri una serie di tweet proprio per confrontarsi sul lavoro in atto e sui singoli progetti.

«C’è chi porta con sé un semplice computer, e chi invece trasporta prototipi di pannelli solari. I non-monaci sono hacker, facilitatori di comunità e artisti che risiederanno a Matera per sviluppare i loro progetti portatori del cambiamento».

L’unMonastery ha aperto le sue porte. I primi residenti sono arrivati da qualche giorno, e vengono seguiti passo dopo passo.

«UnMonastery è un programma di residenze per innovatori radicali.

L’idea nasce come risposta allo spreco di risorse, materiali e intellettuali, e si ispira all’esperienza del monachesimo occidentale: vuole dare ai suoi membri un obiettivo condiviso più ampio, essere un’occasione per sviluppare delle relazioni profonde vivendo e lavorando insieme, liberandosi in parte dal bisogno di generare reddito per vivere» si legge in quel documento che crea una realtà nuova, particolarmente apprezzata proprio perchè portatrice di una sostanziale visione innovativa che anche la commissione che ha scelto Matera all’interno della short list di candidate per il 2019 ha saputo e potuto facilmente apprezzare.

«Funziona cosi: comunità locali accolgono un gruppo di innovatori – portatori di competenze forti e di spirito di servizio alla comunità – che in cambio di vitto, alloggio e riconoscimento sociale si impegnano a risolvere le criticità del luogo. Chi aspira a contribuire a risolvere i problemi delle nostre società può così mettersi in gioco senza dovere per forza essere un professionista al servizio di governi o grandi organizzazioni».

 A Matera in queste ore nel cuore dei Sassi sta nascendo il  primo prototipo, un progetto pilota della candidatura della città a Capitale Europea della Cultura nel 2019.

p.quarto@luedi.it

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