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COSENZA – «Sono veramente felice: lascio una terra di Santi e ritrovo una terra ugualmente segnata dalla santità». Sono parole di monsignor Francesco Nolè che il nuovo vescovo della dicoesi Cosenza-Bisignano ha scritto ai suoi fedeli in una lettera aperta.

«In attesa di incontrarci e raccontarci le cose belle della vita, soprattutto della vita della Chiesa – scrive il presule che entrerà in Diocesi il prossimo 4 luglio – vi invito a non perdere mai la speranza in Colui che ci ama e non ci lascia mai soli. Il Mistero Pasquale non si conclude mai sul Calvario o nella tomba, ma all’alba del terzo giorno, il primo dopo il Sabato, con il trionfo del Risorto sul peccato e sulla morte, sulla cattiveria e sulla mediocrità. Amo ricordare a me e a voi, come spesso ci ripete Papa Francesco, che la misericordia di Dio è sempre più grande di ogni nostro peccato e di ogni nostra umana debolezza! Vorrei venire a voi in semplicità e letizia, sull’esempio di Francesco di Assisi e con l’ardente carità di San Francesco di Paola, non avendo altro da offrirvi se non la mia totale, umile, amorevole dedizione alla Chiesa e all’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo. Tutto il resto: programmi pastorali, uffici e compiti, progetti e propositi, verranno di conseguenza se (mi rivolgo soprattutto ai Presbiteri, ai Religiosi, ai Diaconi e ai Seminaristi), ciascuno al proprio posto, darà il massimo di sé, in tutta umiltà e generosa disponibilità».

«Infine vi chiedo – ha concluso monsignor Nolè – di pregare per me, perché possa essere sempre un pastore saggio, illuminato, paterno e santo».

Il successore di Monsignor Nunnari («mio amato e stimato predecessore, che ha guidato la Diocesi con amore, passione e dedizione pastorale» ha detto Nolè) ha anche spiegato il suo stemma episcopale e il suo motto “In semplicità e letizia”: «Ho scelto come stemma il “simbolo” stesso del francescanesimo, il T (tau) che accoglie le due mani crocifisse, Cristo e San Francesco, segno di una comunione e di una santità che si può raggiungere solo se si partecipa intensamente e con radicalità alla passione di Gesù, fino alla Crocifissione, per gustare anche la potenza della resurrezione (cf Ef 3,10); il mare e i monti su cui si erge il T simboleggiano la profondità e l’altezza della presenza di Dio che ci copre, ci innalza, ci avvolge e ci protegge, ma simboleggia anche la ricca e affascinate conformazione morfologica della Diocesi di Tursi-Lagonegro prima e di Cosenza-Bisignano ora, bagnate dal mare e costellate di vette e alture purissime. Le due stelle, infine, evidenziano i due amori della mia vita, la mamma celeste e quella terrena, che mi accompagnano quotidianamente con amorevole tenerezza, oltre ogni mio merito e desiderio».

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