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MATERA – «Un sud come luogo in cui le idee si incontrano e si mescolano liberamente, per poi creare trasformazioni; un sud che deve rifiutare la logica del subalterno e del malavitoso che gli è stata affibbiata», questi i pensieri e le precise parole dello scrittore, politico e magistrato Gianrico Carofiglio, uno degli ospiti della rassegna “Tu non conosci il sud”, che si è svolta sabato e domenica a Casa Cava,  che prende il nome da un verso di Bodini per rievocare la voglia di riscatto dei meridionali.

Prodotta dall’associazione Veluvre e curata dal giornalista Oscar Iarussi, “Tu non conosci il sud” è un modo per far ricordare a tutti che il Mezzogiorno esiste e non è quello che in numerosi hanno descritto come luogo di dolori e di storie tristi, bensì un luogo di utopia.

«Non si può negare che “Cristo si è fermato a Eboli” abbia fatto conoscere la Basilicata a tutti, però ha avuto anche delle conseguenze negative perché i “seguaci” di Levi hanno iniziato a descrivere solo un mondo di contadini e l’intero Mezzogiorno è stato identificato così anche in seguito. Raffaele Nigro ha rifondato il romanzo e ha fatto rientrare negli scritti la storia e l’utopia perché il sud è proprio questo: un luogo in cui si sta preparando l’utopia per domani», così si è pronunciato Giuseppe Lupo durante la sua “Lectio meridionalis”.

Un passato quindi che dovrebbe essere recuperato dal punto di vista dinamico per farlo agire e reagire con il presente e il futuro altrimenti «rimanendo relegati al passato non si fa altro che alimentare i luoghi comuni, oltre che un turismo futile con interessi solo immediati», secondo il capo di gabinetto Mibact, Giampaolo D’Andrea. L’Italia difatti dovrebbe sovrastare la geografia fatta dai confini, dalle divisioni, per approdare ad altre forme di geografia come la geostoria fatta di emozioni, di esperienze e di questo ne è convinto Salvatore Giannella che ha riportato l’esempio di Rocco Petrone, colui che ha diretto il programma Apollo e che aveva proprio origini lucane: un esempio di quanto conti investire sulle risorse umane e sulla cultura delle persone.

Ma fan della geostoria è anche la giornalista Alessandra Bocchino, che ha raccolto in un libro e un documento filmato, “Ci riguarda”, le storie e le vite delle persone che vivono la Basilicata perché «come diceva Totò: è la somma che fa il totale». E poi loro, i tanto attesi ragazzi con lo zaino in spalla, gli avventurieri: Guido Morandini e Andrea Rolando. Un viaggio da Roma alla città dei Sassi a piedi e, oppure in bicicletta con la videocamera GoPro per avere un’esperienza fisica a tu per tu con il paesaggio e le persone per tastare con le proprie mani la terra, i posti, questo è lo spirito con cui Morandini è partito due settimane fa dalla capitale ed è arrivato a Matera sabato con tanto di scarpe consumate e voglia di raccontare: «Dobbiamo riportare al centro i luoghi marginali».

Lungo il tragitto, si è unito a lui anche l’ingegnere Rolando che tramite un carteggio di mappe e percorsi ha constatato come l’esperienza è fatta soprattutto di storie e luoghi e in questo la Basilicata eccelle. A partecipare alla rassegna sono stati anche: Alessandro Laterza (in un brillante dibattito con Carofiglio), Gianpiero Borgia, Raffaello Fusaro, Gaetano Cappelli, Elena Cotugno, Antonella Rondinone e infine l’italo-americano Jonas Carpignano che ha presentato il film “Mediterranea” e ha raccontato della sua scelta di lasciare New York per trasferirsi nel nostro Mezzogiorno.  Tanti e diversi i temi affrontati per dar voce a un unico concetto: il sud oggi deve riguadagnare il proprio protagonismo, ma per fare questo deve ingranare la marcia puntando sulla ricerca e su nuove esperienze, non può e non deve arrivare sempre dopo perché vuole imitare gli altri. Ma, avendo una visione ancora più ampia, – e in questo è stato molto esplicativo Giuseppe Lupo – l’Italia non dovrebbe proprio più essere suddivisa in categorie quali nord, centro e sud. 

«”Gomorra”, o meglio, il gomorrismo, ha peccato di una semplificazione fin troppo banale descrivendo il sud come un mondo afflitto da un male incurabile. I problemi descritti esistono (al sud come al nord), ma ci sono anche delle sfumature e soprattutto c’è la possibilità di un cambiamento», Gianrico Carofiglio.

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