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ISOLA CAPO RIZZUTO – Ancora una volta la Calabria risponde presente all’iniziativa “Seminare il Futuro”, nata nel 2006 in Svizzera da un idea Ueli Hurter, agricoltore biodinamico e di Peter Kunz, selezionatore di cereali biologici. Di anno in anno questa idea ha varcato i confini svizzeri attraversando tutta l’Europa, dal 2011 è arrivata anche in Italia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la gente sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, sottolineando l’importanza del mangiare sano e biologico. L’evento, prevede la semina di semi biologici e biodinamici, che provengono da un processo di selezione che rinuncia all’uso degli ibridi e alla manipolazione genetica. In Calabria, è l’associazione “Libera” che si occupa di organizzare l’evento, lo fa attraverso la cooperativa Terre Joniche. Per il secondo anno consecutivo sono stati i scelti i terreni di Isola Capo Rizzuto, siti in località Cepa, sequestrati alla ‘ndrangheta e donati all’associazione di Don Luigi Ciotti. 

Circa 70 i partecipanti alla semina, tra volontari e membri dell’associazione; tanti anche i bambini coinvolti all’evento, ed è proprio a loro che è dedicata questa giornata. Raffaella Conci, presidente della cooperativa Terre Joniche – Libera Terra, spiega alcuni dettagli della giornata: «E’ la seconda edizione che si tiene a Isola e siamo orgogliosi di farlo sui beni confiscati alla ‘ndrangheta, è bello condividere questa giornata con tante persone. Oggi quest’iniziativa si svolge in ben 26 aziende in Italia, che coinvolgono 14 regioni e 4000 persone circa. Inoltre, voglio sottolineare che anche i piatti che useremo saranno biodegradabili, lavoriamo sempre per il rispetto dell’ambiente». Irene Ramohitaj, dell’associazione “Libera”, spiega invece nei dettagli quello che si andrà a seminare durante la giornata: «Questi prodotti sono per lo più di nostra produzione, alcuni invece li abbiamo reperiti sul mercato ma sono naturali al 100%. Oggi coltiveremo diverse selezioni, partendo dai finocchi, prodotto che cresce bene su questo territorio: già come associazione ne abbiamo piantate 80.000 piante su altri campi. Poi ci sono due varietà di grano, ceci e favette nostrane, orzo e lenticchia. 
Tutti prodotti di natura biologica e non trattati». Massimo Caruso, componente di Econaturasi, ci tiene invece a sottolineare che «questo è un modo per ridare un futuro all’agricoltura, dobbiamo imparare a conoscere questi prodotti che fanno bene sia a noi sia alla natura». Infine, il coordinatore della provincia di Crotone dell’associazione “Libera”, Antonio Tata guardare al futuro imminente: «Quella di oggi non deve essere una giornata e basta, questo processo di seminazione va seguito fino alla sua raccolta, quindi chiedo a tutti di collaborare con l’associazione e di seguire la crescita giornaliera di questi prodotti». Una giornata sana e soprattutto culturale per gli “agricoltori volontari”, che oltre ad apprendere i metodi di coltivazione, sono anche informati su tutto ciò che riguarda i prodotti biologici.
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