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Sei navi per evacuare l’isola e almeno altre due tendopoli, a Trapani e in provincia di Pisa, per accogliere le migliaia di migranti sbarcati in questi giorni: prende finalmente corpo il piano per liberare Lampedusa allo stremo e invasa da oltre cinquemila tunisini. Un’accelerazione dovuta alla situazione ormai fuori controllo sull’isola e che prevederebbe anche l’ipotesi di riportare in Tunisia i migranti con le navi civili. Nel pieno dello scontro politico sulle misure per l’emergenza immigrazione a Lampedusa, dove ci sono oltre cinquemila tunisini e gli sbarchi proseguono senza sosta (700 gli arrivi, 250 le partenze), gli abitanti hanno scelto di fare da soli, al grido «resistenza». E mentre il ministro Maroni mercoledì, porterà a Palazzo Chigi le misure stabilite dall’Unità di Crisi del Viminale, prima tra tutte il piano per il trasferimento degli extracomunitari sbarcati a Lampedusa, alcuni comuni della Locride, in particolare Gerace e Antonimina sono pronti a istituire una tendopoli per i profughi.
«Siamo italiani. Ci sentiamo europei ma nello stesso tempo siamo consapevoli dei nostri legami indissolubili con tutti i popoli del Mediterraneo. Il razzismo non fa parte della nostra civiltà che ha visto nei secoli un continuo e proficuo scambio con i popoli che si affacciano su questo nostro mare. Quanto avviene a Lampedusa ci umilia e ci imbarazza. Non è questa l’Europa che vogliamo, non è questa la nostra Italia». Queste le parole di Ilario Ammendolia (nel riquadro), presidente del comitato direttivo dell’associazione dei comuni, che apre alla realizzazione di una tendopoli per accogliere i disperati che, a bordo dei loro barconi, stanno lasciando i paesi africani per approdare sulle spiagge dell’isola di Lampedusa.
La Locride, quindi, è pronta ad aprire le sue porte ai migranti che stanno abbandonando i propri paesi ed è pronta ad accogliere centinaia di profughi.
«Il Comitato direttivo dell’associazione dei 42 comuni della zona Jonica ha deciso di dichiarare la Locride terra di accoglienza. Non si tratta d’una semplice dichiarazione di principi. Già abbiamo comunicato che grazie alla sensibilità di alcuni sindaci come quello di Gerace e quello di Antonimina siamo disponibili a che nella nostra zona sorga una “tendopoli” che accolga gli immigrati». «Siamo consapevoli – scrive infine Ilario Ammendolia – di fare solo e soltanto il nostro dovere. Non dimentichiamo mai chi siamo stati, quanto volte siamo stati noi a bussare alle porte degli altri e quante volte siamo stati invece un rifugio sicuro per altri popoli. Vogliamo solo ribadire che la Locride non è terra di mafia. La Locride è, prima di tutto e innanzitutto, una Terra di civiltà antica, di gente generosa, di naturale ospitalità!».

CASINI AL CENTRO D’ACCOGLIENZA CROTONESE
«O l’Europa si pone seriamente il problema di aiutare l’Italia o tra poco saranno invasi da immigrati non solo Italia ma anche i Paesi limitrofi». Così Pier Ferdinando Casini dopo avere visitato il centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. «Lo spaccato che emerge – ha detto Casini – è drammatico perchè accanto a una parte minoritaria che ha il diritto ad assere accettata come rifugiati, e penso a chi viene da Iran Iraq, Somalia, Eritrea, abbiamo la maggior parte di tunisini che in questi centri ci stanno come in un luogo di transito in attesa di andare via e non hanno alcun titolo ad essere trattenuti».

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