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POTENZA – «Ogni volta che chiude un’attività commerciale per le confederazioni di categoria come la nostra è un evento negativo che purtroppo rischia di non fare più notizia sui giornali. Il caso del ristorante “Gambero rosso” è la punta dell’iceberg della crisi che colpisce i ristoranti, come conferma l’andamento deludente di Capodanno, al punto che molti ristoranti e locali in provincia di Potenza hanno rinunciato a organizzare il tradizionale cenone o hanno dovuto ritoccare al basso il prezzo, mai in precedenza anche a 60 euro». A sostenerlo il presidente della Confcommercio, Fausto De Mare. Che la crisi stia mandando in fumo molte attività non può, però, servire come giustificazione rispetto alle modalità adottate dal titolare del “Gambero rosso” che ha licenziato 15 dipendenti tramite sms la notte di Capodanno.
Detto ciò e ritornando alla crisi che sta colpendo i ristoranti De Mare ha tenuto a ricordare che nell’assemblea provinciale di fine anno è stata “fotografata” la stagione difficilissima che «speravamo si esaurisse nell’anno in corso ma che purtroppo proseguirà nel 2015». In questo scenario c’è da fare i conti anche con la «pressione fiscale che negli ultimi anni è cresciuta costantemente» e il riferimento è al «mix esplosivo Imu-Tasi-Tari che ha disorientato le famiglie e complicato la già difficile attività di gestione delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti».
A esempio con il passaggio dalla Tarsu alla Tares «l’incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti è stato del 290 per cento e per alcune tipologie di imprese è arrivato addirittura al 500, come per la ristorazione, con punte di oltre il 600 per l’ortofrutta e le discoteche».
Per liberare davvero le ingenti risorse necessarie per fare ripartire l’economia «bisogna – ha aggiunto De Mare – realizzare subito quella poderosa operazione che da tempo indichiamo: meno tasse e meno spesa pubblica, più riforme e più lavoro». Le proposte sono: revisione dell’Irpef riducendo le aliquote di imposta per imprese e lavoratori; deducibilità totale dell’Imu sugli immobili delle imprese, come negozi e alberghi e revisione della Tari, in base al principio del “chi inquina paga”.

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