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LAMEZIA TERME – Sulla richiesta di illegittimità costituzionale del reato afferente l’immigrazione clandestina deciderà la Corte Costituzionale. E’ quanto ha stabilito il giudice di pace di Lamezia Terme, Giuseppe Caruso, su istanza dell’avvocato Giancarlo Nicotera. Anche il pm Maria Teresa Ruberto ha ritenuto fondata la richiesta del penalista lametino, il quale in giudizio ha sostenuto che «tale  normativa contrasta con i più elementari principi di solidarietà sociale e civiltà giuridica statuiti nella Costituzione italiana, carta fondamentale e pietra miliare del nostro Stato». La norma penale oggetto della questione è quella contenuta nell’art. 10 bis D. Lvo 286/98 contestato al giovane extracomunitario S.M. che pur non avendone titolo, si tratteneva nello stesso territorio dello Stato italiano, nello specifico a Lamezia Terme, in violazione delle disposizioni di legge e, quindi, clandestinamente.   Tale normativa ha configurato un nuovo reato commettibile solo dallo straniero.  Si tratta di una fattispecie penale punita con un’ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Prima dell’entrata in vigore di tale legge lo straniero che entrava o si tratteneva nel territorio italiano senza avere il permesso di ingresso o di soggiorno, attraverso un procedimento amministrativo, veniva espulso.  A seguito di tale norma, invece, tutti gli stranieri che varcano i confini italiani senza rispettare le norme in materia di ingresso nello Stato, nonché tutti gli stranieri che sono presenti sul territorio nazionale senza essere autorizzati alla permanenza, potranno anche essere denunciati per la nuova fattispecie di reato.

Secondo il legale lametino tale norma, che ha creato due distinti percorsi, quello amministrativo e quello penale, sta producendo notevoli ed inutili costi, nonché annose e defatiganti lungaggini. Tale legge è contestata da tantissime associazioni culturali, umanitarie e di volontariato, perché contrasterebbe con ovvi motivi umanitari legati al fatto che tantissimi profughi che approdano sul territorio italiano spesso, per non morire, sono costretti a scappare dai loro paesi falcidiati dalle guerre civili interne o dalla fame. Ipotesi, tra l’altro,  concretizzatesi nel caso in esame del giudice penale di Lamezia Terme. L’avvocato Nicotera, con una dettagliata memoria difensiva, ha impugnato la norma in questione perché nella realtà contrasterebbe con diversi principi costituzionali. La decisione adesso spetterà alla Corte Costituzionale chiamata a stabilire se il legislatore italiano, con la configurazione di tale reato, abbia o no violato la nostra Carta costituzionale.

 

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