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«L’OBIETTIVO è completare prima possibile gli investimenti in corso. Confermiamo l’obiettivo aziendale del 2016». Lo spiega il nuovo presidente e ad di Anas Gianni Armani che in un’intervista al Sole 24 Ore ha dedicato ampio spazio alla situazione in cui si trova l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, aggiungendo che rispetto alla   tratta conclusa con gli interventi in corso questi «vanno chiusi».

Secondo il nuovo presidente, subentrato al dimissionario Pietro Ciucci (LEGGI), la programmazione resta invariata, seguendo la tesi del premier Matteo Renzi che, nei giorni scorsi, aveva confermato la volontà di completare i lavori entro il prossimo anno (LEGGI).

In Anas, ha spiegato Armani, «sono necessari alcuni cambi strutturali. Il più importante è ridirezionare le risorse verso la preservazione del patrimonio esistente, quindi più manutenzione straordinaria rispetto a nuovi opere».  annuncia «un piano straordinario di 3-4 miliardi orientato alla manutenzione straordinaria».

Armani annuncia poi lo stop ai general contractor: questa soluzione, dice il presidente, «non ha portato il vantaggio che Anas si aspettava. In compenso, ha portato molti svantaggi gravi. Il più grave di tutti è l’impossibilità di controllare efficacemente in corso d’opera l’avanzamento del progetto.

Quindi oggi abbiamo deciso di fare autonomamente, oltre le previsioni contrattuali, una verifica di tutte le realizzazioni in corso d’opera con i general contractor».  L’ad riflette poi su Anas e sottolinea quanto sia importante per la società recuperare un’autonomia finanziaria: «oggi Anas è un’azienda con il cappello in mano nei confronti della politica». 

«Recuperare un’autonomia finanziaria che consenta ad Anas di finanziare i propri investimenti è una cosa essenziale per questa azienda». Per raggiungere l’autonomia «ci sono varie soluzioni a cui stiamo lavorando». «Certamente ci sono soluzioni più efficienti rispetto a quelle attuali in cui lo Stato paga il 100% degli investimenti per cassa al momento in cui vengono realizzati. Penso a modelli tariffari come quelli normalmente utilizzati in altre utilities, l’acqua o l’elettricità o il gas, che consentono alle società di finanziare autonomamente gli investimenti». 

E sottolinea: «l’obiettivo anche qui è di attribuire i costi dell’infrastruttura a chi effettivamente la utilizza e quindi “consuma” le strade».

 

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