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LAURIA – “Prevenire i tumori femminili”. Questo il titolo del convegno organizzato a Lauria presso la sala ricevimenti Atomium dal Cif (Centro informazione femminile ) per presentare gli ultimi risultati della ricerca medica oncologica e per discutere di conoscenza e diagnosi precoce dei tumori femminili, nella speranza di aiutare le donne a prendersi cura di sé con sempre maggiore consapevolezza. La manifestazione – che aveva già fatto tappa a Lavello e che sarà portata in giro per la Basilicata in numerosi paesi per iniziative di informazione e sensibilizzazione – è stata organizzata in collaborazione con l’Airc ( Associazione nazionale ricerca sul cancro ), con il Comune di Lauria e con la Regione Basilicata.
I lavori sono stati aperti dal direttore del “Quotidiano” Lucia Serino, che ha parlato di «un pomeriggio utile e interessante, che testimonia la presenza di un diffusissimo mondo di associazioni e reti di volontariato, probabilmente» mai raccontato abbastanza. A Lauria «oggi si incontrano due universi molto significativi – ha continuato – quello della ricerca e quello dell’associazionismo femminile che una volta di sarebbe detto militante, a dimostrazione dell’attenzione e della fiducia riposta dai cittadini lucani nel tema della prevenzione».
Dopo i saluti del vice presidente del Cif di Lauria Angela Di Lascio e il benvenuto istituzionale da parte del sindaco Gaetano Mitidieri, che ha ribadito la massima che prevenire è meglio che curare sottolineando che «tutti dovremmo essere più attenti alla nostra salute, piuttosto che occuparci del tagliando delle nostre auto», è intervenuta Antonella Viceconti, presidente provinciale del Cif di Potenza, che ha spiegato la genesi di questo progetto, ancorato alle attività delle sedi locali dell’associazione e del consultorio familiare attivo a Lauria da più di vent’anni. «Il nostro motto è parlarne prima per sorridere poi – ha affermato la Viceconti – perché una diagnosi precoce offre il 90 per cento di possibilità di guarigione e il cancro, i controlli clinici a cui sottoporsi, gli screening e le terapie non devono essere un tabù. Noi vogliamo essere di aiuto ad altre donne e crediamo che la sinergia tra associazionismo specifico, Asp e istituzioni aiuti ad incidere meglio sul territorio e garantisca maggiori risultati positivi».
Come sottolineato dalla Serino, la partita della prevenzione contro il cancro si gioca tutta sul binomio tra speranza e paura.
«Per questa ragione è imprescindibile sottoporsi a esami specifici come i programmi di screening» ha sostenuto Francesco Curzio, ginecologo della Asp di Lagonegro, che ha parlato dei tumori al collo dell’utero come il papilloma causato dal virus Hpv, molto diffuso tra le giovani donne e per il quale è stato sintetizzato un vaccino contenente proteine virali.
«In Basilicata la prevenzione e la ricerca sul cancro sta ricevendo un forte impulso dalla attività del Crob di Rionero, dove è stato allestito un registro regionale dei tumori, perché tutti hanno diritto a difendersi da una malattia» ha concluso Curzio.
Anche l’atteggiamento fatalista va abbandonato, perché la malattia ha un costo familiare e sociale che potrebbe essere abbattuto affidandosi al sistema sanitario lucano, decisamente all’avanguardia da questo punto di vista rispetto a quelli di altri regioni. Le nuove tecniche di cura sono molto importanti per trattare le differenti forme tumorali, ha evidenziato Vincenzo Fusco, direttore del centro di radioterapia del Crob: «La radioterapia oncologica – come la “partial breast irradiation” – è molto utile per sostituire e coadiuvare la chirurgia nella sterilizzazione del letto tumorale, evitando ad esempio l’asporto dell’intera mammella nel caso di cancro al seno. In ogni caso un approccio integrato e multidisciplinare, associato alla scelta del trattamento da parte del paziente, è necessario per un risultato soddisfacente, anche sotto l’aspetto estetico».
Marcello Maggiolini, docente di patologia dell’Università di Calabria, ha presentato una relazione con i dati nazionali sui tassi di mortalità della malattia, soffermandosi sui fattori di rischio e di quelli protettivi, quali l’alimentazione o la gravidanza. Ha poi insistito, attraverso la proposizione di una serie di slide, sul complesso rapporto tra estrogeni, recettori e crescita delle cellule tumorali, nel tentativo di bloccare gli effetti proliferativi.
Terminati gli interventi prettamente scientifici, è stata la volta di Giuseppe Cugno, direttore sanitario dell’Asp di Potenza, che ha relazionato sui collegamenti tra plessi ospedalieri e territorio, ricordando il valore della medicina di genere e che i centri presenti in Basilicata «sono come delle monadi isolate tra loro e difficili da mettere a sistema, tanto più a fronte della crisi economica che ne determina un consistente dimagrimento». È dunque intervenuto Luigi Bradascio, presidente della commissione regionale per le politiche sociali, che ha parlato del progetto “Cuore di donna”, finalizzato alla prevenzione delle patologie cardiovascolari e fortemente voluto dall’assessore regionale alla Sanità Flavia Franconi.
Il dibattito è stato concluso dall’intervento a sorpresa del governatore Marcello Pittella – improvvisamente apparso in sala e invitato sul palco dei relatori – che ha scelto di fare chiarezza sul rapporto di presunta e paventata causalità tra le attività estrattive nel sottosuolo e l’indice di incremento dei tumori nella nostra regione. Pittella ha poi annunciato che nascerà in Basilicata un Istituto di ricerca in medicina, con la collaborazione dell’Università di Ginevra, con “La Sapienza”, con “Tor Vergata” e l’Unibas. Istituto che sarà presieduto dal ricercatore lucano Carusi

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