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POTENZA –  Ha ingaggiato una battaglia legale che è già durata 7 anni e nonostante l’incombere della prescrizione da qualche giorno anche i giudici gli hanno dato ragione. Non proprio tutti, ma tanto basta.

C’è tutta la vicenda dell’appalto per la dotazione tecnologica del Centro Nitti di Melfi nella memoria che a febbraio dell’anno scorso Giuliano Bastianello ha depositato ai giudici del Tribunale di Melfi. Ventuno pagine con trentaquattro allegati in cui ripercorre l’accaduto e lancia un duro atto d’accusa nei confronti dei responsabili del Comune di Melfi. Ben più duro e corposo di quello recepito dai pm che hanno portato la questione in udienza.

Bastianello ha denunciato una quantità di anomalie nella gestione della gara come il fatto che non siano state escluse alcune offerte «vistosamente carenti sul piano quantitativo e qualitativo».

Secondo l’impreditore padovano, restando «in gioco» quelle che presentavano ribassi «ben oltre il 20%», si sarebbe automaticamente alzata la «soglia di anomalia» prevista dalla legge, oltre la quale occorre presentare elementi giustificativi dell’offerta presentata. Un controllo a cui proprio per effetto di ciò sarebbe scampata la ditta di Eugenio Monico, che aveva offerto un ribasso intorno al 30%.

Tanto meglio per le casse dell’amministrazione? Stando a quanto scrive Bastianello proprio per niente dato che la «giunta aveva dato disposizioni all’Ufficio tecnico di privilegiare l’aspetto qualitativo della fornitura, che ovviamente è l’esatto opposto della ricerca del massimo risparmio. (…) E non c’era nemmeno motivo di risparmio nel perseguire un ribasso poiché i soldi non spesi dal Comune andavano restituiti alla Regione. Quindi anziché sfruttare tutto il contributo il comune ha “sprecato” 34mila euro con i quali poteva acquistare tecnologie di maggiore qualità, più durevoli e con dotazioni più complete».

Che si intende per qualità? Lo spiega un membro della stessa commissione che avrebbe affidato la commessa alla ditta di Monico, che è anche chi ha ideato la biblioteca del Centro.

«Un progetto completamente differente nelle struttura da quanto richiesto nel capitolato d’appalto». Scrive l’architetto Mario Martorano. «La struttura – conclude – risulta ottimale per chi produce dati in proprio e li condivide per i suoi utenti ma non per un contenitore culturale basato principalmente su un archivio multimediale».

l.amato@luedi.it

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