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POTENZA – Il 4 dicembre del 2006 è stata costituita la società. Il 4 dicembre dell’anno dopo è stata ceduta a un ingegnere “di fiducia” dell’amministrazione guidata dal sindaco Angelo Salinardi. Poi è arrivato l’appalto da 3,7 milioni di euro di Acquedotto lucano e il 4 dicembre del 2008 l’ingegnere ha ceduto il tutto al nipote del primo cittadino, per tornare a lavorare come libero professionista e superconsulente del Comune.
C’è un intreccio vertiginoso di rapporti familiari, economici e politici dietro la società al centro dell’inchiesta sui lavori per il «collegamento e la depurazione delle acque reflue del territorio extraurbano del comune di Ruoti».
Si tratta della Glg Costruzioni, che in associazione temporanea con la Alberto appalti di Tursi si è aggiudicata la gara nel mirino del pm Daniela Pannone e degli investigatori dell’aliquota di polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza.
A fondarla è stato Giuseppe Scavone, un 39enne semi-sconosciuto di Ruoti che ha fissato la sede sociale nella sua abitazione. Una società “ad hoc” per partecipare alla gara per la fognatura del paese, viene da pensare visti lo statuto e i 10mila euro di capitale nominale. Perdipiù costituita tra la data del via libera della Regione ai fondi richiesti da Acquedotto lucano (14 dicembre), e la delibera a riguardo approvata del consiglio d’amministrazione della società (12 ottobre), dove sedeva anche un altro ruotese illustre: il compianto Luigi Salinardi, fratello dell’attuale primo cittadino.
Scavone risulta anche socio unico di un’altra ditta in liquidazione, la Salcabla srl: attiva per un breve periodo nella vendita di carburante. Ma dopo l’apertura delle buste con le offerte dei 9 partecipanti alla gara non ha voluto aspettare nemmeno l’aggiudicazione. Tant’è che appena due giorni prima, il 4 dicembre del 2007, che è esattamente un anno dopo la costituzione della Glg, ha ceduto le sue quote a un ingegnere molto conosciuto nel suo paese capace di accaparrarsi una serie impressionante di consulenze dall’amministrazione guidata dal sindaco Angelo Salinardi.
C’è il nome di Gerardo Faraone sulla progettazione della nuova casa di riposo (oltre 15.700 euro di compenso a marzo dell’anno scorso), e in quella degli interventi da quasi un milione e 450mila euro per l’adeguamento dell’impianto sportivo comunale di contrada Strettole, come pure nei disegni del collegamento viario con il comune di Avigliano, (oltre 666mila euro di lavori a dicembre del 2011). Suo anche il collaudo del nuovo cimitero (10mila euro di compenso a giugno del 2011) e la verifica della protezione dalle scariche atmosferiche dell’istituto comprensivo Carlucci (940 euro di compenso a ottobre del 2011). Infine, ad aprile di quest’anno, ha fatto parte della commissione di gara dell’appalto ventennale per la pubblica illuminazione (1.300 euro di compenso).
Messi in fila così tanti incarichi fanno pensare che a Ruoti se gli appalti più importanti del Comune non passano in un modo o in un altro per lo studio dell’ingegnere poco ci manca. Ma è la sua “svolta” imprenditoriale che incuriosisce di più, dato che a dicembre del 2007 ha acquisito un’impresa che si era quasi aggiudicata una gara da 3,7 milioni di euro, ed esattamente un anno dopo l’ha ceduta.
A rilevarla è stato un giovane di 32 anni, Gerardo Salinardi, che si dà il caso che è tra i tanti nipoti del primo cittadino, e ora si ritrova indagato per truffa nell’inchiesta della procura di Potenza sui lavori per la fognatura, assieme a un suo dipendente, Laviero Giuzio, al titolare della Albergo Appalti, Mimmo Albergo, più il capoarea di Acquedotto spa Salvatore Sabia, il progettista Marino Tommaso e il direttore dei lavori Vincenzo Papandrea.
Secondo gli investigatori le opere sarebbero difformi da quanto previsto, ma a far partire l’inchiesta era stata la denuncia presentata da Albergo nei confronti del geometra Giuzio, incaricato di dirigere i lavori per questioni legate alla ripartizione tra “partner” degli stati di avanzamento lavori via via liquidati da Acquedotto. Di qui gli accertamenti dei militari guidati dal tenente colonnello Gianfilippo Simoniello fino alla “svolta”, che ha portato all’iscrizione tra gli indagati anche del denunciante e all’acquisizione di atti di gara e stati di avanzamento dei lavori negli uffici della stazione appaltante.
Altra storia il contenzioso tra Gerardo e la cugina Giuseppina, per l’utilizzo di alcuni mezzi nei cantieri della nuova fognatura. Anche lì si è finiti in Tribunale, ma soltanto per questioni tra i due Salinardi e soci.

 

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