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di LEO AMATO
POTENZA – Più che passare a lui la cocaina, ha ricevuto soldi in prestito che non ha mai restituito. E ad oggi non solo non hanno nessuna frequentazione, ma mentre lui è uscito dalla provincia e milita attivamente nel centrodestra, l’altro è rimasto lì al servizio di una «segreteria assessorile della Provincia di Potenza».
Ha negato con forza quanto riferito agli inquirenti sul suo conto l’ex assessore al bilancio della provincia di Potenza Vito Di Lascio, indicato come un consumatore di cocaina, quando ricopriva ancora il suo vecchio incarico,  da un membro del suo staff di allora che ha detto di averne fatto uso assieme a lui. 
La sua replica alla notizia pubblicata sul Quotidiano della Basilicata l’ha affidata a numerosi post su facebook oltre a una lunga nota che pubblichiamo integrale a parte. 
Di Lascio se la prende con la divulgazione del suo nome, e spiega di essere riuscito a risalire «dopo alcune telefonate» all’identità di chi l’ha chiamato in causa in questa brutta storia. 
Racconta di averloincontrato «al Gruppo consiliare provinciale della Margherita, prima, e del Partito Democratico, poi, e, infine, della segreteria particolare dell’Assessorato al Bilancio della Provincia». 
«E’ appena il caso di rilevare che, dalle notizie da voi riferite, il “fatto” che mi potrebbe essere contestato non riveste, per come è stato da voi delineato e rappresentato, alcuna rilevanza penale e, pertanto, appare ancora più indecifrabile e non accettabile la “ratio” della pubblicazione con il titolo altisonante in prima pagina». Lamenta Di Lascio.
Sulla vicenda si dice disponibile «a fornire alle Autorità preposte tutte le informazioni sul “caso sollevato”». 
«Non conosco, mai ho conosciuto né ho avuto rapporti, neanche estemporanei, con le persone che leggo essere state arrestate e/o indagate in questa vicenda». Aggiunge. 
Poi si dichiara pronto «a fornire all’Autorità Giudiziaria le password per visionare i miei tabulati telefonici (cellulare e linee fisse), la mia casella di posta elettronica» e quant’altro necessario. 
A proposito dell’ ex collaboratore racconta che nel 2004 furono alcuni consiglieri uscenti non rieletti che glielo raccomandarono. Ne nacque una simpatia, quindi l’incarico nel suo staff. 
«Durante questi anni di frequentazione – prosegue Di Lascio – sono venuto a conoscenza dei suoi gravi e onerosi problemi finanziari per i quali mi sono prodigato (nei limiti delle mie possibilità e senza mai essere destinatario di alcun tipo di restituzione)». Altri inoltre avrebbero fatto lo stesso e sarebbero pronti a testimoniarlo.
Ma dopo la revoca del suo incarico da assessore al bilancio della giunta Lacorazza più nulla. «Contatti via via sempre più sporadici, fino ad arrivare a quest’ultima campagna elettorale regionale, che mi ha visto candidato nelle fila del Pdl – Forza Italia, senza ottenere il sostegno di questo “ex collaboratore” che mi risulta sia un attivista del centrosinistra, la qual cosa è facilmente dimostrabile guardando il mio risultato elettorale conseguito nel suo comune di residenza». 
Di Lascio conclude ricordando di essere donatore di sangue dal 2003 e che per questo può fornire «all’Autorità Giudiziaria e agli Organi di informazione i risultati degli esami del sangue svolti contestualmente alle donazioni effettuate, dalle quali, tutt’al più, si potrà evincere un valore superiore alla norma di trigliceridi e colesterolo». 

POTENZA – Più che passare a lui la cocaina, ha ricevuto soldi in prestito che non ha mai restituito. E ad oggi non solo non hanno nessuna frequentazione, ma mentre lui è uscito dalla provincia e milita attivamente nel centrodestra, l’altro è rimasto lì al servizio di una «segreteria assessorile della Provincia di Potenza».

 

Ha negato con forza quanto riferito agli inquirenti sul suo conto l’ex assessore al bilancio della provincia di Potenza Vito Di Lascio, indicato come un consumatore di cocaina, quando ricopriva ancora il suo vecchio incarico,  da un membro del suo staff di allora che ha detto di averne fatto uso assieme a lui. 

La sua replica alla notizia pubblicata sul Quotidiano della Basilicata l’ha affidata a numerosi post su Facebook oltre a una lunga nota che pubblichiamo integrale a parte. Di Lascio se la prende con la divulgazione del suo nome, e spiega di essere riuscito a risalire «dopo alcune telefonate» all’identità di chi l’ha chiamato in causa in questa brutta storia. 

Racconta di averloincontrato «al Gruppo consiliare provinciale della Margherita, prima, e del Partito Democratico, poi, e, infine, della segreteria particolare dell’Assessorato al Bilancio della Provincia». 

«È appena il caso di rilevare che, dalle notizie da voi riferite, il “fatto” che mi potrebbe essere contestato non riveste, per come è stato da voi delineato e rappresentato, alcuna rilevanza penale e, pertanto, appare ancora più indecifrabile e non accettabile la “ratio” della pubblicazione con il titolo altisonante in prima pagina». Lamenta Di Lascio.

Sulla vicenda si dice disponibile «a fornire alle Autorità preposte tutte le informazioni sul “caso sollevato”». 

«Non conosco, mai ho conosciuto né ho avuto rapporti, neanche estemporanei, con le persone che leggo essere state arrestate e/o indagate in questa vicenda». Aggiunge. Poi si dichiara pronto «a fornire all’Autorità Giudiziaria le password per visionare i miei tabulati telefonici (cellulare e linee fisse), la mia casella di posta elettronica» e quant’altro necessario. 

A proposito dell’ ex collaboratore racconta che nel 2004 furono alcuni consiglieri uscenti non rieletti che glielo raccomandarono. Ne nacque una simpatia, quindi l’incarico nel suo staff. «Durante questi anni di frequentazione – prosegue Di Lascio – sono venuto a conoscenza dei suoi gravi e onerosi problemi finanziari per i quali mi sono prodigato (nei limiti delle mie possibilità e senza mai essere destinatario di alcun tipo di restituzione)». 

Altri inoltre avrebbero fatto lo stesso e sarebbero pronti a testimoniarlo.

Ma dopo la revoca del suo incarico da assessore al bilancio della giunta Lacorazza più nulla. «Contatti via via sempre più sporadici, fino ad arrivare a quest’ultima campagna elettorale regionale, che mi ha visto candidato nelle fila del Pdl – Forza Italia, senza ottenere il sostegno di questo “ex collaboratore” che mi risulta sia un attivista del centrosinistra, la qual cosa è facilmente dimostrabile guardando il mio risultato elettorale conseguito nel suo comune di residenza». 

Di Lascio conclude ricordando di essere donatore di sangue dal 2003 e che per questo può fornire «all’Autorità Giudiziaria e agli Organi di informazione i risultati degli esami del sangue svolti contestualmente alle donazioni effettuate, dalle quali, tutt’al più, si potrà evincere un valore superiore alla norma di trigliceridi e colesterolo». 

l.amato@luedi.it

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