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Si svolgerà il prossimo 10 marzo l’ultima udienza preliminare per la vicenda che riguarda il presunto inquinamento dell’area su cui sorge l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti “Fenice” di Melfi (Potenza): dopo le repliche di alcuni avvocati e del pm, Sergio Marotta, è prevista poi la camera di consiglio.
Oggi il gup Rosa Larocca ha ascoltato una parte delle dichiarazioni spontanee dell’ex direttore dell’Arpab, Vincenzo Sigillito (uno dei 32 imputati), chiedendo poi di depositare l’intera memoria agli atti. L’inchiesta che riguarda il presunto inquinamento ambientale prodotto dall’impianto è cominciata nel 2009: 12 ottobre 2011 ha portato tra l’altro all’arresto (ai domiciliari) dell’ex direttore generale dell’Arpab e del coordinatore del dipartimento provinciale dell’Agenzia, Bruno Bove. Secondo le indagini, ci sarebbe stato un inquinamento delle falde acquifere (con metalli pesanti e solventi) almeno dal 2002, ma l’Arpa Basilicata non ne ha comunicato i dati agli enti pubblici lucani. (ANSA).

Si svolgerà il prossimo 10 marzo l’ultima udienza preliminare per la vicenda che riguarda il presunto inquinamento dell’area su cui sorge l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti “Fenice” di Melfi (Potenza): dopo le repliche di alcuni avvocati e del pm, Sergio Marotta, è prevista poi la camera di consiglio.

Oggi il gup Rosa Larocca ha ascoltato una parte delle dichiarazioni spontanee dell’ex direttore dell’Arpab, Vincenzo Sigillito (uno dei 32 imputati), chiedendo poi di depositare l’intera memoria agli atti. 

L’inchiesta che riguarda il presunto inquinamento ambientale prodotto dall’impianto è cominciata nel 2009: il 12 ottobre 2011 ha portato tra l’altro all’arresto (ai domiciliari) dell’ex direttore generale dell’Arpab e del coordinatore del dipartimento provinciale dell’Agenzia, Bruno Bove. 

Secondo le indagini, ci sarebbe stato un inquinamento delle falde acquifere (con metalli pesanti e solventi) almeno dal 2002, ma l’Arpa Basilicata non ne ha comunicato i dati agli enti pubblici lucani. (ANSA).

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