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LA PRIMA notizia decisamente incoraggiante è che il piccolo Lorenzo da ieri mattina respira in autonomia. Lo ha comunicato l’azienda ospedaliera del San Carlo che ha posto in evidenza il miglioramento delle condizioni di salute dello sfortunatissimo bimbo, nonostante la prognosi non sia stata sciolta e lo stesso resti in rianimazione.
E’ stato uno degli involontari protagonisti della tragica serata di sabato, quando a Dragonara, nel corso della rievocazione storica della “Notte dei Briganti”, il fucile tenuto in mano da Agostino Tarullo ha generato un’esplosione che ha coinvolto i presenti. Ad avere la peggio lo stesso Tarullo e Donato Gianfredi, che hanno perso la vita, Pasquale Miglionico, altro figurante, che ha subito l’amputazione dell’avambraccio sinistro, e Giuseppina Colucci, che ha subito una frattura al gomito sinistro, oltre, ovviamente, allo sfortunatissimo piccolo spettatore.
Una delle schegge impazzite dopo l’esplosione gli ha toccato polmone, diaframma e fegato. Il pronto intervento chirurgico (ricordiamo che è stato fondamentale l’arrivo in ospedale del piccolo in tempi rapidissimi, grazie a una volante della Polizia che era presente sul posto) ha fatto sì che già in 48 ore la situazione migliorasse, al punto da far consentire al piccolo di respirare da solo, fin dalla mattinata di ieri.
Intanto, non è stata ancora decisa la data delle esequie di Agostino e Donato, dal momento che il pm Valentina Santoro ha disposto l’autopsia sui due, e probabilmente questo atto sarà consumato in giornata. E’ ragionevole ritenere, quindi, che domani possa essere il giorno giusto per dare loro l’estremo saluto e stringersi al dolore delle due famiglie. L’intera comunità potentina – che per quel giorno rispetterà il lutto cittadino fissato dal sindaco Dario De Luca – anche nella giornata di ieri ha tributato pensieri commossi e ricordi struggenti per entrambi. Da qualche anno a questa parte, attraverso il rito del trasporto della Iaccara, specialmente Agostino, era entrato nell’immaginario popolare come uno dei personaggi simbolo della storica parata dei Turchi del 29 maggio, proprio per via del suo ruolo di “incendiario” della grande Iaccara, dopo averla risalita senza nessun ancoraggio per oltre 12 metri.
E che dire anche delle suggestive rievocazioni in costume storico dell’epopea del brigantaggio che avevano contraddistinto la passione dei due amici, alla fine risultata fatale.
Per tornare al fronte delle indagini, anche nella giornata di ieri la Polizia ha effettuato rilievi nell’area della contrada che era stata adibita a luogo dove effettuare la fucilazione di una brigantessa. Così come in Questura sono iniziati gli interrogatori: gli inquirenti stanno analizzando le autorizzazioni alla manifestazione e la circostanza che – per questo tipo di eventi – la presenza del pubblico va garantita ad una certa distanza dai luoghi dove si spara. Sembra che nessuno tra gli organizzatori delle due associazioni (Imago Historie e Circolo culturale Dragonara) avesse dichiarato l’utilizzo di armi nella rappresentazione.
La chiave di volta per comprendere la dinamica e l’effettiva causa della morte dei due figuranti è appunto circoscritta tanto ai gesti posti in essere prima del boato, quanto alla efficacia dei fucili usati.
La Procura ha affidato proprio ieri ad un perito balistico l’incarico di ispezionare quello che resta del fucile esploso e gli altri due strumenti utilizzati in scena.
Gli inquirenti vogliono comprendere se si è trattato di un errore umano, di un eccessivo utilizzo di polvere pirica nel caricare le armi (e magari sarà analizzata la stessa qualità dell’esplosivo), o di un guasto che non ha fatto funzionare il fucile così come era sempre stato.
La curiosità della gente, quella che va oltre il mero fatto tragico, ma che è volta a cercare di capire cosa si poteva fare per evitare quello che è accaduto, è relativa proprio alle armi, alla loro proprietà, alla manutenzione. Partendo dall’assunto che non si tratta di armi, nel gergo stretto del termine, la loro funzionalità è legata esclusivamente al rumore e alla produzione di un fumo che simboleggia l’avvenuto sparo. Ma resta da capire se tutto funzionava nel modo giusto e se c’era stata prioritariamente l’adeguata manutenzione da parte dei legittimi proprietari.

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