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Pedro Sanchez, Angela Merkel e Emmanuel Macron

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Il presidente Conte ha un bel da dire che il nostro Paese sta rispettando le scadenze previste per ottenere i finanziamenti del Next Generation Ue (ovvero ex Recovery Fund) ma è sempre più evidente che l’Italia naviga ancora in alto mare. Volenti o nolenti – a parte le discussioni sulla Messa di Natale – il governo riesce solo ad occuparsi di ‘’ristori’’ tanto da far sorgere il dubbio che sia questa l’unica linea di condotta a cui è interessato. Vi sono poi le sceneggiate sul Mes: quello che riforma il vecchio Piano Salva Stati, negoziato a suo tempo dal Governo Berlusconi (è grave il suo voltafaccia di ora) e la sua variante ‘’sanitaria’’. Intorno a questi due Fondi le forze politiche italiane stanno ballando la quadriglia, scomponendosi e ricomponendosi tra forze di maggioranza e di opposizione. Nei prossimi giorni vi sarà un voto importante che, in modo diretto o indiretto, riguarderà ambedue i Fondi del dissenso. Sarà una sorta di roulette russa da cui potrebbe partire anche il colpo mortale. Intanto i partner europei stanno lavorando ai piani nazionali anti pandemia presentati negli ultimi mesi.

La  Francia, al netto di un centinaio di miliardi spesi in primavera, ha annunciato agli inizi di settembre il piano denominato France Relance. In cosa consiste? 100 miliardi in più, 30 dei quali destinati alla transazione ecologica. Tra gli obiettivi di Parigi: lo sviluppo dell’industria dell’idrogeno e la modernizzazione della rete ferroviaria. Emmanuel Macron spera che almeno il 40% del piano sia finanziato dai fondi europei. La  Spagna  cercherà di tappare le sue falle, mentre i  paesi dell’est  investiranno in massa sulla de carbonizzazione.

GERMANIA

I tedeschi sono sempre i primi della classe. Il governo di Berlino ha approvato già il 3 giugno un piano di recupero per la propria economia da 130 miliardi di euro, a prova della della visione della Cancelliera Angela Merkel. «Il pacchetto di stimolo non può avere solo elementi classici, ma deve includere anche elementi legati al futuro», ha commentato Mutte Angela in conferenza stampa, ricordando  l’urgenza della sfida climatica. Nella lunga serie di misure per la decarbonizzazione colpiscono gli investimenti nell’idrogeno verde, ben 9 miliardi di euro, nonché le altre misure nel settore delle  energie rinnovabili da attuarsi tra il 2035-40. Per quanto riguarda la transizione verso i  veicoli elettrici  e il sostegno industria automobilistica tedesca sono previsti investimenti di svariati miliardi per misure specifiche come il raddoppio temporaneo del bonus per veicoli elettrici, investimenti in infrastrutture di ricarica e ricerca in mobilità elettrica tassa sui veicoli ad alte  emissioni, investimenti in nuove tecnologie e innovazioni per case automobilistiche e fornitori.

Inoltre, la Germania rafforza ulteriormente la già ottima  rete ferroviaria  (5 miliardi alla compagnia nazionale Deutsche Bank) e il  trasporto pubblico  (2,5 miliardi). Molto impegno è destinato alle energie rinnovabili (che serviranno anche per l’idrogeno, riducendo così la dipendenza dal gas russo). Viene istituito un mega fondo da 9 miliardi per salvare  Lufthansa  dal fallimento, al quale però non sono state allegate rigide condizionalità ambientali. Anche sul piano dei ‘’ristori’’ la Germania si era fatta riconoscere con lo stanziamento di 130 miliardi per il sostegno dei consumi, l’abbassamento dell’Iva dal 16 al 19 per cento fino al 31 dicembre 2020, 18 miliardi per i liberi professionisti.

FRANCIA

Emmanuel Macron ha puntato tutto su un  Pnrr ecoló-industrielle  da 100 miliardi di euro,  finanziato al 40 per cento con tramite il Next Generation Eu. Inoltre 30 miliardi andranno per la green economy, secondo l’ottica industrialista del presidente francese. Il governo considera infatti il sostegno ai viaggi aerei e al  nucleare  come “verde”, e in effetti 2,6 miliardi di miliardi di sostegno ai settori dell’aviazione e dell’automobile sono contabilizzati nel piano France Relance, come parte dei 30 miliardi per l’”ecologia”. Si salva il maxi-piano per l’efficientamento degli edifici da 6,7 miliardi (di cui due terzi all’edilizia pubblica e un fondo da 200 milioni di euro per l’ammodernamento delle imprese edili).

Accanto ai soldi per  Air France e biocarburanti  nel piano sono elencati 4,7 miliardi di euro a sostegno alla  Sncf  (le ferrovie francesi), per gli investimenti nel trasporto merci, nelle linee brevi, nei treni notturni e nel rinnovamento della rete. “Solo” 1,9 miliardi per il cambio del  parco auto  (a sostegno dei veicoli elettrici di Renault e Peugeot), e 1,2 miliardi per la mobilità quotidiana (biciclette e trasporti pubblici). Per l’energia la scelta prioritaria è l’idrogeno  (2 miliardi) che sarà prodotto da rinnovabili, che prende sussidi quattro volte tanto rispetto il nucleare. Per l’economia circolare sono previsti 500 milioni per un piano non ancora precisato. Spazio infine anche per la decarbonizzazione del settore agricolo, che rimane sempre rilevante nell’economia francese: 300 milioni di euro per promuovere l’agricoltura biologica  (e sostenibile); 300 milioni per modernizzare i macelli, per l’allevamento all’aperto e il benessere degli animali.

SPAGNA

La bozza circola già dall’estate, ma in termini ancora generici. Il governo ha disposto un piano nazionale da 150 miliardi, su cui però non si riesce a trovare una definizione sul piano politico. Il Paese infatti è uno dei più colpiti dalla crisi e avrebbe bisogno dei soldi per coprire i meccanismi di assistenza sociale. È probabile che riceverà circa 70 miliardi da, Next Generation Eu, di cui 25,9 dovrebbero essere investiti in progetti green. Il governo di Sanchez punta tutto sulla  mobilità sostenibile;  sono già mobilitati 100 milioni per i veicoli elettrici e molti di più arriveranno con i fondi comunitari, mentre una quota importante sarà usata per rivitalizzare la AV spagnola.

Per l’energia esiste un  Plan nacional integrado de energía y clima  (Pniec) 2021-2030 per potenziare la produzione da energie rinnovabili e l’efficientamento energetico. Ad oggi però il piano ha concentrato la strategia su investimenti privati, che non si sono mai manifestati. I fondi pubblici, dovrebbero essere allocati su ricerca e sviluppo, e ritorno dei cervelli (la Spagna ha subito un  brain drain  ancora più sostenuto che l’Italia. Il settore più colpito è il  turismo, tuttavia mancano adeguate riflessioni per usare i fondi come un’opportunità per passare ad un turismo maggiormente circolare e sostenibile.


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