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LOCRI (RC) – Centinaia di persone hanno risposto stasera all’invito del vescovo di Locri mons. Francesco Oliva, partecipando ad una fiaccolata davanti il locale ospedale per chiedere che la struttura non venga ridimensionata.

I partecipanti, tra i quali una quindicina di sindaci del comprensorio, si sono spostati da un ingresso secondario a quello principale dell’ospedale recitando il Rosario e rischiarando il buio della sera con le fiaccole.

«Siamo qui stasera – ha detto mons. Oliva – per una serata di preghiera e per restare al fianco dei malati, ma anche per dire no al depotenziamento dell’ospedale. Faccio appello a chi amministra questa Regione ed anche agli altri amministratori, locali e non, affinché si eviti di diminuire i servizi sanitari presenti nel territorio della Locride, vista anche la distanza dell’area con gli ospedali di riferimento di Catanzaro e Reggio Calabria».  

«Il futuro di una società ed il suo senso di umanità – ha sostenuto mons. Oliva – dipendono molto da quanto si investe nella sanità. Hanno ragione quanti pensano che se si vuole migliorare il senso di umanità, il nostro mondo, urgono maggiori investimenti nella sanità, nella ricerca contro le malattie gravi».

«Questo – ha proseguito il Presule – ci porta tutti insieme, questa sera, a gridare ai nostri politici ed amministratori: prestate maggiore attenzione al mondo della sofferenza, non lasciate che le strutture sanitarie, gli ospedali, i centri di assistenza medico-sanitaria, le case di accoglienza dei più svantaggiati finiscano preda di interessi egoistici e cadano nelle mani di persone corrotte e senza scrupoli. Chiediamo che in queste strutture vi sia un personale scelto sulla base della professionalità, dell’attaccamento al proprio lavoro reso non solo come opportunità di guadagno ma come servizio a favore della persona ammalata. Chiediamo più investimenti nella sanità, ritenendo che la salute è un bene primario prezioso, che tutti devono vedersi equamente tutelato, senza discriminazioni e bisogno di raccomandazioni. Chiediamo a chi opera negli ospedali e nelle strutture sanitarie di “prendere a cuore” il proprio servizio e di amministrare le poche risorse con economicità e tenendo lontano ogni forma di speculazione. Di fronte alle tante emergenze che affliggono la nostra società oggi c’è il rischio che le strutture ospedaliere siano sacrificate all’economia e
alle finanze. E’ un gravissimo pericolo che corriamo».

«Se nell’organizzazione sociale, gli ospedali e le strutture sanitarie dovessero finire in un posto di secondaria importanza nell’agenda politica – ha concluso il Presule – facciamo sentire la nostra voce contestando ogni scelta che privilegi l’economia all’attenzione alla persona, che faccia della persona più debole e sofferente oggetto di scarto».

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