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ROMA – La Dda della Capitale e il comando provinciale della Guardia di Finanza sono in piena attività per svelare tutti gli incastri della “matrioska” finanziaria della spa dei rifiuti di Falcognana. E’ necessario avere nel più breve tempo possibile un quadro chiaro sulle possibili ingerenze della ‘ndrangheta sulla discarica situata al Divino Amore, quella che dal primo ottobre dovrebbe entrare in funzione mandando “in pensione” il sito di Malagrotta. Ma se venisse fuori realmente un coinvolgimento del narcotrafficante di Marina di Gioiosa Nicola Femia, nella Sofir? «Valuteremo tutto» ha tenuto a sottolineare Goffredo Sottile, l’ex commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria, che ora sta gestendo questo settore nella Capitale. Il rischio è che potrebbe arrivare l’interdittiva antimafia per la società che gestisce la discarica, la “Ecofer Ambiente Srl”. E’ un’eventualità che non si può escludere. Dalle prime indagini della Dda condotte dal pm Maria Cristina Palaia, coordinate dal procuratore Giuseppe Pignatone, e della Guardia di Finanza sono emersi nomi interessanti. Femia è un personaggio noto al procuratore di Roma che ha guidato la procura di Reggio, così come lo è per alcuni investigatori della Fiamme gialle che hanno indagato sui business della ‘ndrangheta in riva allo Stretto. E già questo è un aspetto non trascurabile per l’attività in corso. Le indagini sono entrante nel vivo anche su altri nomi, componenti e detentori di ogni singola quota delle varie società. Tutto è sotto la lente d’ingrandimento della procura. 

E intanto crescono le proteste dei romani contro la realizzazione della discarica.

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