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ENZO Bilotti è riuscito a raggiungere un traguardo anche dopo la morte. Davanti al suo feretro, questa mattina, è stato tolto il velo della sua ultima donazione, un antico dipinto della Deposizione, donato alla Chiesa di San Nicola insieme ad un altro della stessa epoca che raffigura l’Ascensione. Insieme rappresentano un doppio simbolismo che è stato più volte richiamato nel corso dell’omelia da don Fausto Cardamone, che ha celebrato i funerali dell’imprenditore e mecenate cosentino, scomparso venerdì all’età di 80 anni. Il momento duro della morte, del dolore e della disperazione, e quello dell’Ascensione al Cielo, della speranza, della fede che ristora.
Chiesa gremita e grande compostezza per l’ultimo saluto all’uomo d’affari e al mecenate, ma prima ancora al padre, al fratello, al nonno che ha lasciato dietro di se “eredità d’affetti e di valori”, ha detto ancora il sacerdote, confortando i familiari di Bilotti. «Non sia turbato il vostro cuore – ha esortato dal pulpito – perché siamo chiamati a qualcosa di più grande, oltre il nostro destino terreno». A fine cerimonia, la bara di Enzo Bilotti è stata portata attraverso la navata centrale, verso il fondo della chiesa dove in un momento di grande commozione, è stato tirato giù il telo che ricopriva il dipinto, l’ultima inaugurazione di Bilotti, l’ultimo dono alla sua città.

COSENZA – Enzo Bilotti è riuscito a raggiungere un traguardo anche dopo la morte. Davanti al suo feretro, questa mattina, è stato tolto il velo della sua ultima donazione, un antico dipinto della Deposizione, donato alla Chiesa di San Nicola insieme ad un altro della stessa epoca che raffigura l’Ascensione. Insieme rappresentano un doppio simbolismo che è stato più volte richiamato nel corso dell’omelia da don Fausto Cardamone, che ha celebrato i funerali dell’imprenditore e mecenate cosentino, scomparso venerdì all’età di 80 anni. Il momento duro della morte, del dolore e della disperazione, e quello dell’Ascensione al Cielo, della speranza, della fede che ristora.Chiesa gremita e grande compostezza per l’ultimo saluto all’uomo d’affari e al mecenate, ma prima ancora al padre, al fratello, al nonno che ha lasciato dietro di se “eredità d’affetti e di valori”, ha detto ancora il sacerdote, confortando i familiari di Bilotti. 

«Non sia turbato il vostro cuore – ha esortato dal pulpito – perché siamo chiamati a qualcosa di più grande, oltre il nostro destino terreno». A fine cerimonia, la bara di Enzo Bilotti è stata portata attraverso la navata centrale, verso il fondo della chiesa dove in un momento di grande commozione, è stato tirato giù il telo che ricopriva il dipinto, l’ultima inaugurazione di Bilotti, l’ultimo dono alla sua città.

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