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CATANZARO – Il Consiglio superiore della magistratura boccia la candidatura di Nino Di Matteo, pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, al concorso per la copertura di tre posti alla procura nazionale antimafia. Il plenum gli ha preferito tre colleghi meno noti, tra cui il sostituto procuratore generale di Catanzaro Salvatore Dolce, titolare di diverse inchieste sulle cosche calabresi.

La decisione è stata presa a maggioranza. Oltre a Dolce, il Csm ha indicato Eugenia Pontassuglia, pubblico ministero del processo di Bari sulle escort che frequentavano le residenze di Silvio Berlusconi e il sostituto procuratore napoletano Marco Del Gaudio, pm del processo all’ex presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini.

Nel decidere i nuovi sostituti della Procura guidata da Franco Roberti a Di Matteo sono andati 5 voti, contro i 16 attribuiti agli tre magistrati scelti.

In particolare, il plenum ha infatti approvato con 16 voti la delibera di maggioranza della terza commissione. Bocciata con 5 voti la proposta di minoranza, presentata dal consigliere togato di Autonomia e indipendenza Aldo Morgigni, che rimetteva in corsa Di Matteo, insieme con Pontassuglia e Dolce, escludendo Del Gaudio. Quattro sono stati gli astenuti. 

Morgigni, illustrando la sua proposta, ha definito Di Matteo «il magistrato con maggiore esperienza in attività antimafia». I due relatori della delibera approvata, i togati Massimo Forciniti (Unicost) e Valerio Fracassi (Area) hanno difeso i criteri di scelta della commissione, «una sintesi complessiva di vari profili: la conoscenza del fenomeno criminale, il lavoro di gruppo, i rapporti con altre strutture” e la necessità “di rispettare le esigenze dell’ufficio, che è quella di creare una squadra».

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