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POTENZA – Nella notte tra il 29 e il 30 dicembre del 2008, dopo lunghe discussioni, alla fine la giunta regionale partoriva un nome per la poltrona di direttore generale della Azienda sanitaria locale di Matera(Asm): Vito Gaudiano (in foto). Ma c’è un “però” ed è su questo che si sono concentrati gli investigatori della Questura di Matera.
Con l’accusa di abuso di ufficio in concorso ieri mattina sono stati rinviati a giudizio Vito Gaudiano, il direttore generale del Crob di Rionero, Rocco Maglietta e il dirigente regionale Giuseppe Montagano. Quest’ultimo è accusato anche di falso in atto pubblico, ma per spiegare la vicenda tocca tornare a quel “però”.
“Però” due giorni dopo l’indicazione di Gaudiano, il primo di gennaio del 2009, col cenone ancora nella pancia, la stessa giunta regionale era costretta a tornare su quella decisione, per nominare un commissario coi poteri del direttore generale fintantochè Gaudiano non avesse rimosso un conflitto d’interessi previsto tra le cause di incompatibilità con il ruolo per il quale era stato designato. Nessuno può diventare il direttore della stessa azienda sanitaria con la quale è impiegato in forza di un contratto di lavoro dipendente. Le leggi stabiliscono così. E si da il caso che Vito Gaudiano fosse sempre il direttore dell’unità operativa complessa denominata “Centro regionale trapianti” in aspettativa dopo l’incarico di direttore sanitario della vecchia Asl n4.
In queste situazioni le vie d’uscita non mancano mai: uno può sempre rassegnare le dimissioni, o strappare il trasferimento in un’altra azienda sanitaria. Ma deve farlo entro venti giorni, e trovare una struttura con un posto vacante dello stesso tipo: se è direttore di una struttura complessa serve un’altra struttura complessa disposta ad accoglierlo. Poi può mettersi in aspettativa.
Qui dev’essere sorto qualche problema. Il fatto è che il commissario nominato dalla giunta, Giuseppe Montagano, dirigente esperto della Regione, si sarebbe insediato in meno di ventiquattr’ore e in meno di cinque delibere la procura della Repubblica di Matera gli contesta un falso e un abuso d’ufficio.
Diciamo che Gaudiano quella mattina si è presentato a Montagano, e gli ha chiesto il trasferimento al Centro di riferimento oncologico di Basilicata, il Crob di Rionero. Lì era appena stato nominato il primario di medicina legale del San Carlo, Rocco Maglietta. Non è chiaro se i due si siano sentiti, ma in sostanza Gaudiano avrebbe chiesto ed ottenuto il nulla osta al trasferimento da Montagano, qualificandosi come un semplice dottore in forza alla vecchia Asl n4. Poi Maglietta al Crob l’avrebbe accolto a braccia aperte, attestando, tre giorni dopo, «la necessità di procedere a una nuova riorganizzazione funzionale del proprio assetto organizzativo, con la previsione di figure professionali altamente specializzate, in posizione di staff, destinati a supportare le scelti afferenti la pianificazione strategica». Perfetto. A parte qualche ridondanza. Peccato che Gaudiano non avesse nessuna intenzione di «supportare le scelti afferenti la pianificazione strategica», quanto piuttosto di dirigere la Asm di Matera. E comunque questa «struttura di staff» non era prevista nell’organico del centro.
A parlare è una montagna di delibere raccolte dagli investigatori e vagliate dal pm Rosanna Defraia, che ha coordinato le indagini partite – così sembra – da un’interpellanza in consiglio regionale.
Per tutto quanto sopra, Gaudiano, Maglietta e Montagano sono accusati di abuso d’ufficio. «Procuravano intenzionalmente a Gaudiano, che li istigava – è scritto nel capo d’imputazione – un ingiusto vantaggio patrimoniale, sia perchè evitavano che Gaudiano si dimettesse dall’incarico di direttore dell’unità operativa complessa “Crt” Basilicata, sia perchè gli consentivano di percepire mensilmente, quale direttore generale della Asm – carica che permanendo la situazione d’incompatibilità non avrebbe potuto ricoprire – competenze maggiori rispetto a quelle che gli sarebbero spettate».
Montagano è accusato anche di falso perchè in questo pandemonio di delibere si sarebbe fatto scappare qualche parola di troppo. Posto che in realtà Gaudiano era il direttore in aspettativa del Crt, perchè da qualche mese svolgeva il ruolo di direttore della vecchia Asl n4, Montagano aveva concesso il nulla osta al suo trasferimento come se fosse un dottore qualunque in servizio nell’Unità operativa di nefrologia e dialisi. Aveva aggiunto che con la sua partenza sarebbe stato lasciato «vacante» quel posto che Gaudiano non aveva mai ricoperto. Ma soltanto quattro delibere dopo, sempre il 2 gennaio del 2009, avrebbe preso atto del rientro nell’organico dell’azienda dello stesso Vito Gaudiano come responsabile del Crt. Insomma delle due, una non sta in piedi. Per capirci qualcosa in più servirà il vaglio di un dibattimento davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Matera.

Leo Amato

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