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LAINO BORGO (COSENZA) – Slitta ancora l’ok alla riapertura dell’autostrada A3, chiusa tra Laino Borgo e Mormanno per il sequestro della magistratura dopo il crollo di una campata del viadotto Italia avvenuto il 2 marzo scorso. La riunione prevista per questa mattina in procura, a Castrovillari, è stata rinviata ai prossimi giorni perché ieri l’Anas non ha consegnato l’ultima versione dei progetti per la messa in sicurezza del pilone P13, danneggiato durante il crollo. Ma ha fatto sapere che potrebbe terminare i lavori in un mese anziché i quaranta giorni previsti fino alla settima scorsa.

Per ieri pomeriggio era infatti attesa la valutazione finale da parte dei periti nominati dai magistrati che hanno aperto l’inchiesta sulla morte del giovane operaio che quel giorno lavorava sul pezzo di viadotto caduto. Ma nei giorni scorsi i tecnici hanno rispedito agli ingegneri di Anas gli elaborati, insieme a una serie di ulteriori osservazioni da recepire, le ennesime da quando è iniziato il serrato confronto tra i periti delle due parti. Comunque, è probabile che oggi stesso i tecnici di Anas riescano a consegnare l’ultimo elaborato, riveduto e corretto. E subito dopo verrà preso in consegna dai ctu della procura per il definitivo ok. Ma per la riunione tra il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, che segue la vicenda personalmente, e i sostituti procuratori di Castrovillari Simona Rizzo e Simona Manera, potrebbe non tenersi prima di venerdì prossimo. Ma ciò potrebbe non spostare ancora in avanti la possibile riapertura del tratto chiuso – altrimenti si arriverebbe a ridosso di Ferragosto – visto che Anas e il contraente generale del macrolotto 3, il consorzio Italsarc, avrebbero rivisto la stima dei giorni il tempo necessario per l’esecuzione dei lavori di rinforzo/riparazione “rapida” della pila, passando da 40 a 30. Resta pur sempre l’incognita dovuta al fatto che si tratta di lavori complessi, al termine dei quali la procura dovrà esprimersi ulteriormente.

I lavori prevedono infatti una cosiddetta “incamiciatura” in cemento armato che ingabbierà il pilone, dalla base a un’altezza sufficiente a coprire la breccia (a circa 23 metri). Poi saranno eseguite le definite prove di carico sull’impalcato necessarie a rassicurare i magistrati sulla possibilità di revocare il sequestro del viadotto e riaprire il traffico sulla sola carreggiata nord (mentre su quella sud riprenderanno i lavori di ammodernamento) com’era fino al 2 marzo scorso. Al termine dell’iter per il dissequestro, i procuratori potranno finalmente concentrarsi solo sull’inchiesta per l’omicidio colposo di Adrian Miholca, che vede indagati circa dodici persone, tra i responsabili di cantiere e delle sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nella catena degli appalto dei lavori: da Anas, a Italsarc, alla ditta di demolizioni per la quale il giovane operaio lavorava. Ma ormai di questo se ne parlerà a settembre.

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