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VIBO VALENTIA – E’ stato iscritto nel registro degli indagati, dal pm della procura di Vibo Valentia, Maria Gabriella Di Lauro, il medico che avrebbe diagnosticato un virus intestinale a Liberata Mangialavori, l’insegnante in pensione di 63 anni morta il 18 marzo scorso, dopo un’agonia di cinque giorni, per avere ingerito funghi velenosi. Oggi la salma della donna sarà riesumata e messa a disposizione del consulente tecnico unico (Ctu) nominato dal pm che eseguirà l’esame necroscopico per accertare se il trattamento sanitario somministrato alla vittima sia stato corretto. 

Il perito dovrà sciogliere i nodi che, al momento circondano un caso sul quale i familiari, assistiti dall’avv. Domenico Vavalà, chiedono chiarezza dopo aver presentato una denuncia ai carabinieri, che hanno sequestrato una corposa documentazione sanitaria. La donna, secondo quanto è emerso, fu curata con Plasil e fermenti lattici, oltre che con un’alimentazione a base di riso in bianco, ma il suo quadro clinico non migliorò. Anzi, nei giorni successivi le sue condizioni si fecero sempre più critiche, fino al decesso. Un caso delicato, dunque, reso ancora più intricato dal diniego dell’utilizzo dell’elisoccorso per il trasferimento della paziente a Roma. Alla denuncia è allegata, infatti, anche la documentazione attestante le condizioni meteo dei giorni 17 e 18 marzo, rilasciate dal Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare. 
Dai bollettini, secondo l’atto depositato in Procura, emergerebbe che l’elisoccorso quella sera sarebbe stato nelle condizioni di alzarsi in volo verso la Capitale. In condizioni disperate, la Mangialavori doveva essere trasferita in volo ma la richiesta di attivazione dell’elisoccorso fu prima respinta – anzi, sovrascrissero a Catanzaro sul fax, «non accettata per modulo sbagliato» – e poi fu comunicato che per «avverse condizioni meteo» la presenza del velivolo non poteva essere disponibile. La donna, così, arrivò a Roma troppo tardi.
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