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MARATEA – Carmine  Esposito è il Presidente del Consorzio Turistico Maratea che da qualche anno svolge un’attività di promozione del territorio. Pur scontrandosi con limitazioni economiche il Consorzio lavora intensamente al fine di sostenere ed aiutare le attività produttive   e incrementare i numeri di un settore turistico che con tenacia cerca di superare quegli ostacoli che il “Sistema Italia”, la burocrazia e la crisi gli frappongono.

Il Consorzio è in prima linea al fianco degli enti pubblici per la programmazione del sistema turistico, scegliendo, per realizzare questi obiettivi, molteplici canali comunicativi.

Signor Esposito di quale progetto va maggiormente fiero  dopo questi primi anni di attività?

«La cosa più bella che abbiamo fatto finora è stata quella di mettere dei manifesti pubblicitari su una linea di pullman che da Maratea va fino in Svizzera; su questi mezzi campeggia lo slogan “Maratea: vivila con i tuoi occhi”.

Da qualche mese siete anche su Facebook…

«Si e stiamo portando avanti un progetto per la realizzazione dell’app di Maratea; vorremmo poter dare agli utenti di smartphone che la scaricheranno, e che diventano potenziali clienti, tutte le informazioni necessarie per attirarli».

Anche quest’anno vi fregiate della bandiera blu. È un riconoscimento che può essere considerato scontato o è comunque per voi motivo d’orgoglio?

«La bandiera blu è motivo di grande orgoglio. Nonostante si pensi il contrario, noi titolari delle attività produttive siamo forti difensori della sostenibilità ambientale, soprattutto per la qualità del mare, vera ricchezza di Maratea; è chiaro che riteniamo vada trovato un giusto equilibro tra le esigenze di produrre reddito, perché le persone vivono di reddito, e la salvaguardia del territorio»

Come vi state preparando all’estate 2014? Qual è l’impatto della crisi e quali sono le previsioni?

«Sono ormai tre estati che siamo preoccupati. La crisi c’è, al di là di quello che ne dicono le istituzioni. Letta diceva di vedere la luce in fondo al tunnel, noi, invece, un anno dopo, non vediamo niente, solo un tunnel che si allunga sempre di più. Le difficoltà sono tante e la preoccupazione è fortissima. Nonostante questo, nel 2012  Maratea ha fatto un record di presenze; nel 2013 ha mantenuto questo aumento con una riduzione di pochi decimi, un assestamento che fa ben sperare perché vuol dire che il 2012 non è stato un caso isolato. Bisogna dare atto agli operatori di aver saputo reagire bene alle difficoltà di mercato ed aver saputo trovare le giuste proposte per soddisfare una clientela sempre più esigente».

Quali speranze affida al nuovo sindaco di Maratea Domenico Cipolla?

«C’è grande aspettativa. È un sindaco giovane a cui faccio i miei migliori auguri. Ha un compito molto complesso, mi rendo conto che oggi i sindaci sono l’avamposto del pubblico: sono quelli che si trovano di fronte ai cittadini, senza portafoglio, e devono amministrare senza le risorse necessarie. Ma sono sempre convinto che la buona volontà supera tutti i problemi».

Occorrerà per questo anche l’impegno del Presidente della Regione…

«Sicuramente ci vorrà anche il suo impegno. Abbiamo avuto modo di poter apprezzare il Presidente Pittella come Assessore alle Atttività produttive, dove ha fatto un ottimo lavoro. Mi auguro che abbia la possibilità di esprimere ancora di più il suo potenziale, come Presidente di Giunta Regionale».

Ma come si può affrontare questa  avversità dei rifiuti?

«I problemi sono sostanzialmente due: poca differenziata e una cattiva gestione dell’ indifferenziata che va a finire tutta in discarica; queste discariche sono lontane ed i costi di raccolta e trasporto alti. Bisogna tendere ai rifiuti zero, bisogna trasformare i rifiuti da un costo a un’opportunità. Non è uno slogan perché qualcuno, anche in Italia, ha dimostrato che si può fare».

A cominciare dalla tassa di soggiorno?

«Si, la discussione può partire da lì. Non dico di eliminarla, ma è vero che indispettisce gli ospiti. Si può discutere sull’impatto che questa deve avere, soprattutto in bassa stagione».

Quanto vi penalizza la situazione geografica?

«Sappiamo che dobbiamo combattere l’isolamento geografico, che è l’altro grande problema di Maratea. Bisogna cercare di “unire” a Maratea le altre località con la viabilità,  i pullman e, ancor di più, con i treni; il discorso sullo sviluppo può partire anche da qui».

E dalla manutenzione delle strade…

«Bisogna raddrizzarle le strade; qualcuno dice che noi dobbiamo trovare clienti a cui piacciono le curve, ma le curve sono un problema.  Dobbiamo ridurre le distanze pensando anche a strade moderne. Noi abbiamo turisti pugliesi che quando arrivano da noi ci domandano se hanno sbagliato strada; non concepiscono strade come quelle del tratto Lauria-Maratea, per intenderci».

Ha parlato di turisti pugliesi. Proviamo a guardare intorno a noi: la Calabria cerca il rilancio affidandosi ai Bronzi; la Puglia si accende leggendo numeri in costante crescita sul turismo. Noi su cosa dobbiamo scommettere? O, se preferisce, su cosa possiamo sperare?

«Secondo me la Basilicata ha delle potenzialità forti che il Presidente Pittella saprà sfruttare. Al di là del petrolio, Turismo e Agricoltura sono i due settori in cui si può creare occupazione.  Bisogna lavorare, però, per creare occupazione stabile, perché l’occupazione c’è ma spesso è provvisoria e non “ufficiale”, mettiamola così. Su questo punto, dovremmo trovare anche soluzioni a livello europeo. Puntare, dunque, su questi due settori che tra l’ altro sono anche sinergici. Negli ultimi anni la Basilicata ha puntato esclusivamente su Matera, spendendo una grande quantità di risorse per valorizzarla. Devo dire che, in maniera non del tutto adeguata alle aspettative, Matera è cresciuta; non si può obiettare. Il fatto è che andava sviluppata senza tralasciare il resto. Gran parte dei visitatori oggi soggiorna in Puglia. Si doveva lavorare per creare un sistema-Basilicata in cui Maratea e Matera operavano degli scambi. Bisognava lavorare, come dicevamo prima, su trasporti e infrastrutture».

Maratea ha risentito di questa situazione?

«Non voglio tornare sulle polemiche di qualche mese fa, ma Maratea era un mercato già ben avviato e forse bastavano pochi investimenti per farla crescere ancora di più. Nonostante tutto Maratea è migliorata. Bisognava sforzarsi per far sì che la stagione si allungasse maggiormente».

Fra pochi giorni la Statua del Redentore di Rio sarà al centro dell’attenzione mondiale. Come può Maratea legare ancora di più il suo nome all’immagine del Cristo?

«Noi abbiamo avuto lo scorso anno il gemellaggio con Rio de Janeiro per la giornata mondiale della gioventù e abbiamo spinto molto su questa opportunità. Abbiamo chiesto di operare una pubblicità puntuale su grandi città come Salerno, Napoli, Bari. La cosa purtroppo non è riuscita ma lavoriamo ancora affinché la Statua del Redentore diventi un simbolo di riconoscimento: Maratea, la città del  Cristo Redentore. Tra l’altro l’anno prossimo ricorre il cinquantenario della costruzione della Statua e un comitato sta già lavorando per cercare di promuovere degli eventi».

Può essere valida l’ipotesi del vice-presidente del Consorzio Albergatori Salerno: far pagare una quota minima ai visitatori della Statua e reinvestire questi soldi nel territorio?

«Il turista già paga la tassa di soggiorno; si potrebbe far pagare qualcosa al visitatore che non dorme a Maratea ed investire questi soldi sul territorio, come chiediamo venga fatto anche per la tassa di soggiorno».

Arriviamo ad Arisa: ha girato il video del suo ultimo successo musicale (“Quante parole che non dici”, ndr) qui a Maratea. State preparando qualche evento con lei?

«Sì, Arisa è stata ospite del Grand Hotel-Pianeta Maratea per qualche giorno. Non posso dire nulla su questa cosa; Abbiamo delle idee in proposito, che coinvolgono proprio Arisa, ma al momento siamo in una fase talmente embrionale che non è giusto parlarne.

Possiamo chiudere la polemica con Matera?

«Sì la chiudiamo. Mi auguro che non ci siano più confronti Matera-Maratea perché non  pertinenti.  Una cosa però vorrei dirla: si sente con insistenza parlare dello spostamento dell’ Apt a Matera.  È secondo noi una cosa che non ha nessun senso tecnico; a meno che l’ obiettivo non si sia garantire una poltrona a qualcuno.  Sarebbe veramente un danno per l’ intero settore, andando ad indebolire un Ente che in questi ultimi anni ha lavorato bene ed è stato gestito con efficacia e capacità dal dott. Perri, che ci auguriamo venga riconfermato nell’ incarico di Dg dell’ Apt. 

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